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Lot 614

Medici Paolo Sebastiano. Riti, e costumi degli Ebrei...coll'aggiunta di una Lettera all'universale del GiudaismoIn Venezia: presso Antonio Bortoli, 1740. In-8° (mm 171x111). Pagine xvj, 368. Correzione manoscritta del cognome dell'Autore al frontespizio, lievi arrossature. Legatura coeva in pergamena su cartone, titoli in oro su tassello al dorso, tagli spruzzati in azzurro. Al contropiatto e al dorso segnature manoscritte, note al lapis al verso della sguardia e al contropiatto posteriori. Rara edizione di quest'opera che conobbe in Europa una fortuna straordinaria. Paolo Sebastiano Medici (il nome da Ebreo era Mosé) era nato a Livorno nel 1671. Battezzato nel 1688, divenne predicatore itinerante nel Granducato di Toscana e negli Stati della Chiesa, attivo nei luoghi dove si trovavano comunità ebraiche. Dal 1692 insegnò l'ebraico nello Studio fiorentino e dal 1718 fu professore di Sacra Scrittura. Si distinse per la particolare veemenza delle sue prediche, al punto che alcune comunità ebraiche giunsero a protestare contro la violenza 'fondamentalista' del predicatore. I riti e costumi degli Ebrei confutati uscì per la prima volta a Firenze nel 1736. L'opera vuole essere una risposta polemica, a un secolo di distanza, alla Historia de gli Riti ebraici del celebre rabbino veneziano Leone da Modena. Si conoscono ben dodici ristampe dell'opera fino alla fine dell'Ottocento, nonché traduzioni in latino, ungherese e greco.

Lot 615

Meerman Gerard. Origines typographicae. Tomus prior [-alter]. Prostant Hagae Comitum: apud Nicolaum van Daalen; Parisiis: apud Guil. Franc. De Bure, juniorem; Londini: apud Thomam Wilcox, 1765. Due parti in un volume in-4° (mm 266x210). Pagine XI, [1], 260; IV (di VIII), 312. Al primo tomo ritratto calcografico dell'Autore in antiporta, ritratto inciso in rame di Laurens Janszoon Coster e 1 tabella ripiegata, al tomo 'alter' 10 tavole calcografiche, di cui una doppia, fuori testo e numerate I-VI, VI*, VII-IX. Qualche arrossatura e gora alla carta di guardia originale anteriore, all'antiporta e alle ultime 3 carte. Legatura coeva in pelle, fregi e titoli in oro su tassello rosso al dorso, contropiatti e sgurdie in carta decorata a pettine, tagli rossi, abrasioni agli angoli. Al recto della guardia originale anteriore firma di possesso 'Leon Dorey 26 Decembre 1888', alla sguardia posteriore note a matita relative all'acquisto del volume riconducibili a Luigi Balsamo. Prima edizione di quest'opera dedicata alla storia delle origini dell'arte tipografica, in cui si attribuisce un ruolo di primo piano - oggi universalmente riconosciuto a Gutenberg - al tipografo di Haarlem Laurens Coster. L'importanza dello scritto di Meermen risiede nella metodologia, base dell'approccio scientifico degli studi successivi su questo argomento. Il ritratto dell'Autore è inciso da Jean Daulle su disegno di Peronneau, mentre quello di Coster si deve a Jakobus Houbracken su disegno di Aert Schouman; le 10 tavole - 11 secondo la scheda ICCU per la presenza di una tavola doppia - sono invece incise da Abraham Issak Polack su disegno di Cornelius van Noorde. Come molti esemplari censiti in ICCU anche il presente risulta mutilo delle cc. *3 e *4, nonostante il richiamo a fondo pagina sia corretto e non risultino evidenti mancanze testuali: la presenza sul mercato antiquario internazionale di copie con la stessa composizione, non segnalate come mutile, induce a pensare possa trattarsi di una variante nella tiratura più che di una lacuna dell'esemplare. Bigmore - Wyman II, 32-35; Enschede, Typefoundries, xix, 206.

Lot 616

Montaigne Michel deJournal du voyage... en Italie, par la Suisse et l'Allemagne en 1580 et 1581, avec des notes par M. De Querlon. Tome premier [- troisieme]. A Rome et se trouve à Paris: chez Le Jay, libraire, rue saint-Jacques, au Grand-Corneille, 1774. Tre volumi in-12° (mm 144x82). Pagine [6], cxxxvj, 214, [2], con ritratto calcografico dell'Autore in antiporta; [4], 323, [1]; 461, [7]. Marca tipografica incisa in legno ai frontespizi, testatine xilografiche. Al tomo primo sguardia anteriore e prime due carte, tra cui l'antiporta, parzialmente staccate, leggere arrossature, gore. Legatura coeva in pelle, fregi e titoli in oro su tassello ai dorsi, contropiatti e sguardie in carta decorata, tagli rossi, segnalibro in seta azzurra, abrasioni, piccole mende ai dorsi e alle cuffie. Timbro di possesso C.L. al recto della carta di guardia anteriore di ogni tomo. Edizione postuma, contemporanea a quelle in-4° (in volume unico) e in-12° (in 2 volumi), del diario di Montaigne relativo al viaggio, compiuto tra il 1580 e il 1581, in Francia, Germania, Svizzera e Italia. Incertezza tra studiosi e bibliofili riguardo la cronologia precisa delle tre impressioni, con conseguente difficoltà nello stabilire la prima in assoluto. Il resoconto del filosofo francese, ricco di interessanti notizie su usi, costumi e tradizioni dei Paesi visitati - in particolare l'Italia - non era destinato alla stampa e venne ritrovato in versione manoscritta solo nel 1770 dall'abate di Prunis: la pubblicazione fu curata da Anne Gabriel Meusnier de Querlon. Desan, Bibliotheca Desaniana, 115; Michel de Montaigne et son temps. Collection Francis Pottiee-Sperry, 23.

Lot 619

Moretti Marino. Novelle per Urbino...illustrate con calcografie originali da A. Ciarrocchi. Urbino: Regio Istituto d'arte del libro, 1937. In folio (mm 345x244). Pagine 100, [4], con 12 acqueforti fuori testo. Legatura editoriale coeva in cartonato, fregio e titoli in rosso al piatto anteriore. Al contropiatto anteriore etichetta ex libris Biblioteca Fernando Palazzi. Unica edizione fuori commercio, impressa in cento copie numerate di cui la presente è la 49, di questa raccolta di novelle di Moretti, impreziosita da 12 tavole incise all'acquaforte - una per ogni racconto - dall'artista e illustratore marchigiano Arnoldo Ciarrocchi. Gambetti-Vezzosi, 579: "Piuttosto raro e molto ricercato per le incisioni"; Spaducci, 193.

Lot 621

Muratori Lodovico Antonio. Dissertazioni sopra le antichità italiane, già composte e pubblicate in latino...Opera postuma data in luce dal proposto GianFrancesco Soli MuratoriIn Milano: a spese di Giambatista Pasquali, 1751. Tre volumi in-4° (mm 264x192). Pagine [24], 615, [1]; [4], 632; [4], 640. Ritratto calcografico dell'Autore in antiporta del Tomo primo, marca tipografica incisa in legno ai frontespizi (stampato in rosso e nero quello del Tomo primo), capilettera e finalini xilografici. Buon esemplare in barbe, qualche isolata arrossatura. Legatura coeva in cartonato rustico, titoli manoscritti ai dorsi, allentati lungo la cerniera interna alcuni fascicoli del tomo secondo. Ai contropiatti anteriori firma di possesso di Leopoldo Fumagalli, monogramma e nota di possesso manoscritta cassata al contropiatto del Tomo primo, ai frontespizi timbro di possesso 'Biblioteca Collegio S. Luigi Bologna', segnature manoscritte ai piatti anteriori e ai frontespizi dei tre tomi, sporadici marginalia a matita e a inchiostro al tomo terzo, lettera autografa di don Bernardino Bruschelli a Padre Raffaele Notari datata Cortona 5 settembre 1875 conservata nel tomo secondo.     Prima edizione in volgare di questa celebre opera dello storico ed erudito Ludovico Antonio Muratori, concepita come completamento degli Annali d'Italia e pubblicata per la prima volta in latino nel 1738. L'impressione è spesso considerata un'edizione originale a sè per l'aggiunta di 10 dissertazioni: lo stesso Autore avviò il lavoro di traduzione e ampliamento, ma morì nel gennaio del 1750 senza riuscire a terminarlo; se ne incaricarono pertanto Pietro Gherardi e Gian Francesco Muratori, nipote di Ludovico, che provvidero a curarne la pubblicazione. Il ritratto in antiporta del tomo primo è inciso da Pietro Monaco su disegno di Angela Termanini Muratori. Brunet III, 1949; Graesse IV, 626.

Lot 627

Orlandi Pellegrino Antonio. Origine e progressi della stampa, o sia Dell'arte impressoria e notizie dell'opere stampate dall'anno 1457 sino all'anno 1500. [Bologna] : ... opus ... effecit finitum Costantinus Pisarius ... impressor, et bibliopola in Porticu unici Archigymnasii, ad signum Sancti Michaelis Archangeli, Bononiæ studiorum, 1722. In-4° (mm 256x182). Pagine [8], 448, [4]. Porzione inferiore del titolo asportata e restaurata, altrimenti ottimo esemplare a fogli chiusi. Legatura posteriore in mezza pelle, tassello con titolo in oro al dorso. Edizione originale del primo repertorio italiano degli incunaboli usciti dai torchi europei. L'Origine e progressi della stampa del carmelitano bolognese Pellegrino Antonio Orlandi (1660-1727) rappresenta una utile bibliografia specialistica e, al contempo, uno dei più remoti esempi di storia del libro e della tipografia nel XV secolo. Il volume e' corredato da varie specimina tipografici e figure che illustrano le marche tipografiche dei primi tipografi. "No place of publication is given on the title-page. The introduction is dated 'Bologna', and the Censor's permission is dated. This work was issued about the time of Maittaire's Annales, to which it is very similar. It is a compendious account of the several books supposed to have been published from 1462 to 1500. There are copies in existence, and highly prized, that were printed on strong writing paper" (Bigmore - Wyman II, p. 95).

Lot 630

Owen Robert. Le Passé et l'Avenir. Revue réformatrice Janvier 1850. Paris: Chez Ledoyen et Giret libraires, [1850]. Tre fascicoli in un volume in-12° (mm 170x105). Pagine 270. Illustrazioni calcografiche nel testo. Legatura novecentesca in cartonato marmorizzato, titolo in oro su tassello al dorso, tagli spruzzati in marrone. Esemplare in ottimo stato di conservazione. Rara collezione completa del mese di gennaio 1850 di questo periodico francese, da collocarsi nell'ambito ideologico del movimento del socialismo utopico volto a diffondere il pensiero riformatore dell'economista e filosofo scozzese Robert Owen (1771-1858). Accanto agli interventi di Louis Goupy, tra cui Origine du Zodiaque e di Camille Duteuil (Apologie du Cochon, Langage universel et primitif, Les Monuments druidiques), compaiono infatti importanti contributi di Owen e della sua Scuola (Bases d'une communauté owénite, Règles du Mariage et du Divorce, Avantages et inconvéniets des machines, Banque et Bazars) due dei queli riguardano le famose sperimentazioni comunitarie e riformiste di Ralahine e New Lanark. La rivista non risulta censita nella bibliografia dedicata a Robert Owen. Hatin, 521; Izambard, 521.

Lot 633

Pallavicino Sforza. Istoria del concilio di Trento...Parte prima [-seconda]. In Roma: nella stamperia d'Angelo Bernabò dal Verme Erede del Manelfi per Giovanni Casoni libraro all'insegna di San Paolo, 1656-1657. Due parti in due volumi in folio (mm 345x225). Pagine [6], 1038; [6], 1066, [64]. Bruniture più evidenti al secondo volume. Legatura coeva in pergamena su cartone, dorsi rinforzati al tempo in pergamena. Etichette cartacee ai contropiatti anteriori e note coeve al risguardo. Edizione originale di questo scritto del prelato romano, membro della Compagnia di Gesù e creato cardinale da papa Alessandro VII nel 1659. Autore di numerose opere letterarie, storiche, filosofiche e teologiche, questa Istoria del concilio di Trento - da lui riveduta e ritoccata per una seconda edizione nel 1664 - è quella che gli diede maggiore notorietà, attirandogli elogi e apprezzamenti, ma anche severe critiche. Composta a scopo apologetico e in aperta polemica con le posizioni espresse da Paolo Sarpi, l'Istoria si distingue per un'accurata ricerca delle fonti.

Lot 634

Papadia Baldassar. Memorie storiche della città di Galatina nella Japigia. Napoli: presso Vincenzo Orsini, 1792. In-4° (mm 233x180). Pagine [8], 115, [1]. Antiporta allegorica calcografica incisa da Giuseppe Aloja. Fregio inciso al frontespizio. Sporadiche fioriture, qualche lieve traccia di polvere. Legatura coeva in pergamena su piatti in cartone, piatti inquadrati da duplice filetto impresso a secco, dorso a cinque nervi con titolo impresso in oro su tassello dipinto al secondo comparto; segnalibro in seta rosa. Tagli spruzzati in azzurro. Mancanze alla cuffia di testa e agli angoli dei piatti. Al recto della sguardia anteriore notazione vergata in lapis blu. Rara prima edizione di questo itinerario salentino composto nel 1788 da Baldassarre Papadia, autore, oltre che delle Memorie, anche delle Vite d'alcuni uomini illustri salentini, entrambi ricordati come "libri che, se non sono pletorici di pagine, sono però organiche, ben disegnate e ricche di preziose notizie attinte di prima mano ai documenti d'archivio e alle cronache sincrone, il tutto vagliato con prudente, illuminata critica ed esposto con stringato, asciutto e, diciamo pure, elegante discorso" (Vacca Nicola, Baldassarre Papadia e l'inedito suo viaggio nell'Alto Salento, in Archivio Storico Pugliese, XXII (1969), p.135). Le poche notizie di cui disponiamo su Papadia, compresa la disponibile collaborazione offertagli dal Tiraboschi per la redazione della presente opera, ci provengono dalla biografia del figlio dell'autore, Bernardino, che venne edita nella ristampa delle Memorie (Galatina, 1937).

Lot 635

Pascal Blaise. Le provinciali o Lettere scritte da Luigi Montalto ad un provinciale de' suoi amici colle annotazioni di Guglielmo Wendrok. Tomo primo [-secondo]. In Venezia: appresso Giuseppe Bettinelli, 1766. Due volumi in-8° (mm 182x125). Pagine lxvii, [1], 468; 508, [2]. Lievi fioriture e minima gora al margine superiore delle ultime carte del secondo volume ma buon esemplare in barbe. Legatura coeva in cartonato, titoli manoscritti al dorso. Al frontespizio del secondo volume antico timbro di collezione di difficile lettura e nota di possesso cassata. Apparsa per la prima volta in italiano a Venezia nel 1761 in un'edizione che fu messa all'indice con decreto del 3 marzo 1762, quest'opera satirica fu composta e pubblicata anonima nel 1657, in occasione del conflitto teologico scoppiato tra i gesuiti e i giansenisti. Luigi di Montalto e Guglielmo Wendrok sono gli pseudonimi di Blaise Pascal e Pierre Nicole. La traduzione non è di Cosimo Brunetti come affermato da Melzi, ma del domenicano Ludovico Maria Carrara. Melzi II, 384.

Lot 636

Passeri Giovanni Battista. Vite de' pittori scultori ed architetti che anno lavorato in Roma morti dal 1641 fino al 1673. In Roma: presso Gregorio Settari librajo al Corso all'insegna d'Omero, 1772. (Al colophon:) In Roma: nella stamperia di Giovanni Zempel presso Monte Giordano, 1772. In-4° (mm 287x200). Pagine [2], XVI, 492. Frontespizio calcografico in rosso e nero con busto di Omero siglato 'Carloni inc.', capilettera e finalini xilografici. Esemplare in barbe, qualche lieve arrossatura, gora al frontespizio e alle cc. C1, D1, Ee2, Ee3, strappo restaurabile al margine bianco di c. Mm2. Brossura moderna in cartoncino con unghie, titoli manoscritti al dorso. Nota di possesso manoscritta al frontespizio ('Montesumii'?). Prima edizione di questa importante opera che si propose di continuare, anche a livello formale, il lavoro biografico inaugurato da Giovanni Baglione; venne pubblicata solamente un secolo dopo la morte del suo Autore, il pittore e scrittore d'arte Giovanni Battista Passeri, per le cure di Giovanni Ludovico Bianconi e arricchita dalle dotte note di Giovanni Bottari. Con questo imponente lavoro, molto vivace e scorrevole, ricco di aneddoti, di motti degli artisti e di ogni sorta di pettegolezzi di studio, il Passeri riesce a immergere il lettore nel mezzo dell'agitata vita artistica romana della metà del Seicento, in particolare le guerre e gli intrighi tra l'onnipotente Bernini e il suo geniale avversario Borromini, per il quale l'Autore sembra parteggiare. Il bel frontespizio inciso si deve all'artista romano Marco Carloni. Schlosser-Magnino, 1221; Cicognara, 2344.

Lot 638

Pasternàk Borís Leonídovič. Il dottor Živago. Milano: Feltrinelli, 1957. In-8° (mm 200x125). Pagine 710, [2]. Cartonato editoriale con titoli a stampa in nero al piatto anteriore e al dorso, sovraccoperta illustrata a colori con lievi segni d'uso. Al contropiatto anteriore ex libris di Augusto Cortini, al recto della sguardia anteriore invio manoscritto di Angelika e Augusto Cortini a Lidia e Pietro Salviucci datato 1 dicembre 1957. Prima edizione assoluta, nella traduzione italiana di Pietro Zveteremich, dell'unico romanzo del russo Borís Leonídovič Pasternàk. L'opera, rifiutata dall'Unione degli Scrittori durante gli anni del regime bolscevico-stalinista per il suo sguardo fortemente critico su molti aspetti della Rivoluzione d'ottobre, fu bandita dal governo e causò all'Autore un'esistenza segnata da emarginazione e persecuzione intellettuale da parte del KGB. Dopo questa prima impressione italiana, il romanzo si diffuse rapidamente in occidente, tradotto in più lingue, fruttando a Pasternak l'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura nel 1958: a causa dell'ostilità del suo Paese il ricoscimento non venne mai ritirato. Il dottor Živago fu pubblicato legalmente in Russia solo nel 1988 e l'anno successivo Evgenij, figlio dello scrittore, ha ritirato in Svezia quel Nobel assegnato oltre trent'anni prima.

Lot 639

Petrarca Francesco. Opera... con el commento de misser Bernardo Lycinio sopra li triumphi. (Al colophon:) Stampadi in Venetia per Augustino de Zanni da Portese, 1515. Due parti in un volume in folio (mm 300x206). Carte [10], CXXVIII; CXIII, [3]. Frontespizio in rosso e nero, con vignetta xilografica raffigurante s. Bartolomeo. Numerose iniziali xilografiche ornate e animate su fondo nero, alcune su nove linee. Sei xilografie a piena pagina, a illustrare i Trionfi. Un discreto esemplare. Diffusi aloni e bruniture al frontespizio e ai primi fascicoli. Alcune carte uniformemente brunite. Fioriture ai margini, occasionali aloni, qualche brunitura; macchie di antico inchiostro, senza danno alla leggibilità del testo. Legatura secentesca in pergamena su piatti in cartone; dorso liscio, con titolo breve in inchiostro bruno. Tagli azzurri. Alcune macchie ai piatti. In calce al frontespizio un'antica mano ha annotato le note tipografiche dell'edizione. Sottolineature, tratti marginali e annotazioni, di diverse mani, di cui una cinquecentesca, come attesta la nota datata 23 maggio 1579 al verso della carta P5.  Rara edizione illustrata di Petrarca, comprendente i Trionfi e il Canzoniere, stampata dal tipografo veneziano Agostino Zani e di notevole importanza nella fortuna cinquecentesca di Petrarca. Già nel 1497 la tipografia degli Zani – allora diretta da Bartolomeo – aveva dato in luce il Petrarca volgare, poi riproposto nel 1500 in una nuova edizione curata dal poeta, giurista e astronomo Niccolò Peranzone, appartenente a quel gruppo "di correttori non propriamente illustri" che furono attivi nelle officine veneziane del primo Cinquecento (cfr. P. Trovato, Con ogni diligenza corretto, Bologna 1991, p. 60). Come nella edizione del 1497, i Trionfi sono accompagnati dal commento del senese Bernardo Lapini, noto con il nome umanistico di Lycinio, apparso originariamente a Bologna tra il 1475 e il 1476, mentre il Canzoniere è corredato da quello di Francesco Filelfo, anch'esso per la prima volta impresso nel Petrarca bolognese. Peranzone ripropone anche la Vita di Petrarca di Antonio da Padova, la cui prima edizione risale al 1473. Di nuova introduzione, nel volume del 1515, è il contributo dell'umanista Girolamo Aleandro, amico di Aldo Manuzio e Erasmo. Adams P, 792; STC Italian, 503; Mortimer II, 373; Sander, 5618; Essling, 87; Hortis, 38.

Lot 640

Petrarca Francesco. Petrarcha con doi commenti sopra li sonetti et canzone(Al colophon:) Impressum Venetijs: per dominum Bernardinum Stagninum alias de Ferrarijs de Tridino Montisferrati, 1522 die xviii Martij. Due parti in volume in-4° (mm 166x97). Carte CXVII (di CXVIII, manca c. I3), [2]; [12], CXL. Cinque illustrazioni xilografiche a piena pagina nel testo. Frontespizio entro cornice incisa su legno, marche tipografiche xilografiche al frontespizio e a c. P8r, capilettera xilografici. Frontespizio rifilato, con fori e nastro adesivo (usato a rinforzo anche della carta successiva e di quelle finali), bruniture e arrossature, gore. Legatura moderna in percallina, titoli in oro al piatto anteriore e al dorso. Nota di possesso cassata al frontespizio, altre annotazioni di possesso - di cui una cassata - al verso dell'ultima carta, al contropiatto e al recto della sguardia anteriori tre etichette ex libris (Orsini Fornacette, L.A. Whitehill M.D, Brother Julian F.S.C. Collection), marginalia e sottolineature a penna lungo il testo. Esemplare mutilo appartenente alla variante C censita in ICCU della quarta edizione dello Stagnino dei versi di Petrarca. Si tratta di una ristampa dell'edizione pubblicata da Gregorio de Gregoris per Bernardino Stagnino nel 1508, dalla quale sono riprese anche le xilografie. Lo Stagnino stampò il Canzoniere e i Trionfi del Petrarca con un titolo differente anche nel 1513 e nel 1519. Il testo, che si basa su quello dell'edizione aldina del 1501, è corredato dai classici commenti di Francesco Filelfo (1398-1481) e Girolamo Squarciafico (letterato e professore di letteratura greca e latina ad Alessandria, sua città natale, e a Venezia, fiorito nella seconda metà del XV secolo), apparsi per la prima volta a stampa rispettivamente nel 1476 e nel 1484, e da quello di Antonio Da Tempo (letterato, fiorito nella prima metà del XIV secolo, nato, con molta probabilità, a Padova, dove svolse l'attività di giudice fra il 1329 e il 1338; il suo commento fu stampato per la prima volta a Venezia nel 1471). Il commento ai Trionfi di Nicolò Peranzone (umanista, letterato, astrologo e alchimista originario di Montecassiano vicino Macerata, fiorito a cavallo fra XV e XVI secolo), annunciato nel titolo, in realtà è di Bernardo Lapini detto Lycinio, medico e letterato senese nato intorno al 1430, che fu professore di medicina a Siena e a Ferrara, nonchè medico presso la corte dei Gonzaga (prima edizione: Bologna, 1475). «La scelta di un Petrarca commentato nei primi anni del '500 è, dopo l'edizione aldina del 1501, un'operazione di retroguardia» (S. Pillinini, Bernardino Stagnino. Un editore a Venezia tra Quattro e Cinquecento, Roma, 1989, p. 65). Adams, P-796; Sander, 5626; Olschki, Choix, 10595; W. Fiske-M. Fowler, Catalogue of the Petrarch Collection, London, 1916, pp. 91-92.

Lot 641

Petrarca Francesco. Il Petrarcha colla spositione di misser Giovanni Andrea Gesualdo. Vinegia: per Giovann'Antonio di Nicolini & fratelli da Sabbio, 1533 del mese di Luglio. In-4° (mm 210x147). Carte 76. Qualche leggera arrossatura, gora all'angolo superiore destro delle carte dal fascicolo gg. Legatura settecentesca in mezza pergamena, carta marmorizzata ai piatti, titoli manoscritti al dorso, tagli spruzzati in rosso, piccola macchia al piatto anteriore, fori di tarlo lungo le cerniere. Solo seconda parte, contenente i Trionfi, di questa prima edizione dell'opera petrarchesca accompagnata dal commento di Giovanni Andrea Gesualdo. "Introdotto da una biografia del Petrarca con sezioni interne autonome, il commento prende il testo come occasione per affrontare questioni di diversa natura in forma di divagazione erudita, mettendo in campo le stesse discussioni intavolate intorno a passi petrarcheschi nell'Accademia del Minturno [di cui Gesualdo faceva parte]" (DBI, s.v.). Il commento del Gesualdo ebbe notevole diffusione, venendo più volte ristampato nel corso del secolo. Il Gesualdo, nato a Traetto, l'odierna Minturno, visse lungo tempo, come poeta e letterato, presso la corte di Maria de Cardona ad Avellino. Adams, P-801.  

Lot 642

Petrarca Francesco. Il Petrarca con l'espositione d'Alessandro Vellutello e con piu utili cose in diversi luoghi di quella novissimamente da lui aggiunte et ristampate. (Al colophon:) In Vinegia: per Giovann'Antonio di Nicolini da Sabio, 1541. In-8° (mm 157x103). Carte [12], 302, [2]. Bruniture, brachetta di rinforzo al frontespizio, censure in inchiostro ai cosiddetti Sonetti Babilonesi. Legatura d'inizio Novecento in mezza pergamena con punte, titoli in oro su tassello al dorso. Antica nota di possesso di difficile lettura al frontespizio, con timbro di collezione nobiliare. Al recto dell'ultima carta è vergato 'Epitaffio di M. Laura', e al verso la nota di possesso coeva 'di mi alberto è questo petrarcha'. Edizione dell'opera in volgare di Petrarca, apprezzata per la presenza del commento di Vellutello. Al letterato lucchese - autore nel 1544 di un celebre commento alla Commedia dantesca, meno fortunato tuttavia rispetto al presente - si devono anche il Proemio, la Vita del poeta e l'Origine di Madonna Laura con la descrizione di Valclusa.

Lot 645

Pietresson de Saint Aubin PierrePromenade aux cimetières de Paris, aux sépultures royales de Saint-Denis, et aux catacombes. Paris: C. L. F. Panckoucke, [1816 ca.]. In-12° (mm 170x95). Pagine [4], II, 6, 243 con antiporta e 29 tavole fuori testo, di cui una ripiegata raffigurante il Plan générale de l'église royale et des caveau de St Denis en 1793. Al recto della sguardia anteriore timbro ex libris di Gioachimo D'Adda. Mezza pelle coeva con titolo in oro al dorso. Lieve brunitura, ottima copia. Non comune prima edizione, pubblicata senza data, di questa guida ai cimiteri di Montmartre, Père Lachaise, Vaugirard e Sainte-Catherine, delle sepolture reali di Saint-Denis e delle catacombe di Parigi, che è corredata da una bella antiporta di gusto neoclassico, da varie tavole al tratto ed da un'incisione che mostra una veduta interna delle catacombe. Una seconda edizione aumentata apparve nel 1825.

Lot 646

Pigna Giovanni Battista. Io. Baptistae Pignae carminum lib. quatuor, ad Alphonsum Ferrariae principem. His adiunximus Caelij Calcagnini carm. lib. III. Ludouici Areosti carm. lib. II. Venetiis: Ex Officina Erasmiana, Vincentii Valgrisi, 1553. In-8° (mm 158x98). Pagine 312, [16]. Lieve piccola gora al frontespizio ma buon esemplare. Legatura secentesca in pelle, dorso rifatto. Tagli spruzzati in rosso. Edizione originale di questa raccolta di componimenti neolatini del Pigna a cui sono aggiunti i carmina di Celio Calcagnini e di Ludovico Ariosto. Per quanto riguarda quest'ultimo, "il Pigna nella dedicatoria al principe Alfonso, confessa d'aver avuto i materiali per questa edizione da Virginio Ariosto, il quale lo lasciò libero di scegliere a suo piacimento ''il meglio de' versi latini''...I componimenti, scelti e pubblicati dal Pigna, sono 53: 9 nel libro primo, e 44 nel libro secondo" (G. Agnelli-G Ravegnani, Annali delle edizioni ariostee, Bologna, 1933, II, p. 139). Tra questi l'epitalamio per le nozze di Lucrezia Borgia e Alfonso I d'Este. Adams, P-1200.

Lot 647

Pinelli Bartolomeo. Gruppi pittoreschi modellati in Terra-Cotta... ed incisi all'Acqua-forte. Roma: Gentilucci, 1834. In folio (mm 390x275). 29 tavole incise all'acquaforte, numerate 1-28 a partire dalla seconda. Arrossature. Brossura editoriale in carta azzurra, titoli in nero al piatto anteriore, piccole mende angli angoli dei piatti e al dorso, piccole macchie e lievi arrossature.  Edizione originale di queste tavole incise all'acquaforte da Pinelli che riproducono le figure in terracotta da lui stesso realizzate: le sculture raffigurano vari soggetti tra cui spiccano senza dubbio i briganti, personaggi che l'artista ebbe modo di conoscere da vicino vivendo con loro nei boschi, così da studiarne anche gli aspetti più intimi e privati. Interessanti le scene di vita tratte dalla quotidianità del popolo, raccontate con dovizia di dettagli soprattutto per quanto riguarda la foggia degli abiti. L'unica incisione non numerata è la prima, con il ritratto di Pinelli mentre lavora nel suo studio.

Lot 648

Pino Bernardino. Lo Sbratta comedia di Bernardino Pino da Cagli. Recitata in Roma. Et nuovamente ristampata. In Venetia: Appresso Francesco Rampazetto, 1563. In-12° (mm140x75). Pagine 54, [1]. Ottimo esemplare. Legatura in cartone d'attesa. Seconda edizione, non comune (la prima apparve a Roma nel 1552), di questa commedia in cinque atti in prosa, la prima e più licenziosa fra quelle scritte dal Pino, in cui si narrano le avventure galanti di un vecchio e dei suoi due figli che si innamorano della stessa giovane, disposta a concedersi con una certa generosità. L'edizione si apre con una nuova dedica al cavalier Dandino, datata Roma 22 agosto 1562. La commedia fu rappresentata per la prima volta il 22 novembre del 1551 a Roma, dove si svolge anche la scena (cfr. M.T. Herrick, Italian Comedy in the Renaissance, Urbana-London, 1966, pp. 175-176). M. Bregoli Russo, Renaissance Italian Theater, Firenze, 1984, nr. 495; Brunet IV, 669.

Lot 650

Pizolanti Carlo Filiberto. Delle memorie istoriche dell'antica città di Gela nella Sicilia. In Palermo: Nella Stamperia di Francesco Valenza, 1753. In folio (mm 288x196). Pagine XV, [1], 248 con ritratto calcografico dell'Autore ripiegato in antiporta e 4 tavole ripiegate incise in rame fuori testo. Testatine, finalini e capilettera xilografici. Minimi lavori di tarlo alla prima carta e alla tavola con il ritratto ma buon esemplare. Legatura coeva in pergamena, titoli in oro al dorso su falso tassello. Al contropiatto anteriore etichetta ex libris di Erio Fiore.  Prima edizione, pubblicata postuma dal padre Angelo Formica, di grande pregio e ricercata anche per il bell'apparato illustrativo - ritratto dell'Autore eseguito da Bernardino Bongiovanni, una grande tavola con la veduta del porto e della città di Licata (mm 437x487) su disegno di Sebastiano Conca e incisa da Van Westerhout, una tavola che rappresenta una tabula di pietra incisa con testo greco, una tavola con l'albero genealogico della famiglia del tiranno di Gelone e una tavola che mostra l'antica Gela (mm 420x480). Il libro nasce da una diatriba sulla localizzazione della città di Gela. Per quanto riguarda il problema delle 'due Gele', che allora dilettava gli eruditi locali della Sicilia centromeridionale, esso era stato posto nel 1631 dal caltagironese Mario Pace nel suo libro L'antichità di Caltagirone, per cui s'era inventata di sana pianta una Gela sicula interna pregreca da identificare con Caltagirone; nel 1654 il piazzese oriundo caltagironese Giovan Paolo Chiarandà, nel suo Piazza città di Sicilia, era partito dalla ipotesi di Pace per sostenere che non esisteva alcuna Gela marittima, per cui Caltagirone poteva tenersi la sua Gela barbara, ma l'altra, la greca, fondata presso le sorgenti e non presso la foce del fiume Gela, si trovava a Piazza. Pizolanti, con questo suo saggio, riprese l'argomento quasi un secolo dopo per confutare decisamente la teoria delle due Gele (esattamente come andava facendo in quel torno di tempo anche D'Orville) e collocare l'unica Gela esistita - quella marittima - a Licata. Mira II, 229-230: "Opera ricercata e poco comune"; Lozzi I, 343; Narbone I, 200; Moncada, 1790; Brunet IV, 681; Cicognara, 2702.

Lot 652

Plato. La Republica... tradotta dalla lingua greca nella thoscana dall'eccellente phisico messer Pamphilo Fiorimbene da Fossembrone. In Vinegia: appresso Gabriel Giolito de Ferrari et fratelli, 1554. In-8° (mm 151x90). [32], 451 pp. [i.e. 471]. Carattere corsivo. Al frontespizio marca tipografica incisa su legno. Iniziali silografiche animate e ornate nel testo. Esemplare in discreto stato di conservazione, alcune gore, specialmente lungo i margini superiori di alcune carte; il margine esterno delle ultime cinque carte rinforzato; alcune bruniture. Legatura ottocentesca in mezza pelle nocciola, titolo in oro su tassello al dorso; tagli spruzzati. Antica nota di possesso manoscritta al frontespizio.   Prima rara edizione della prima traduzione italiana della Repubblica di Platone, il dialogo in cui si teorizza lo Stato ottimo, inteso come realizzazione dell'armonica convivenza basata sulla giustizia, la quale è a sua volta analizzata, in relazione sia all'individuo sia allo Stato, in vista dell'assorbimento del singolo nell'organismo statale cui concorre. La traduzione venne effettuata dal medico, originario di Fossombrone, Panfilo Florimbene, che «condusse il suo lavoro, per quanto asserisce, sul testo greco, e lo dedicò a Francesco Clementi, nobile fiorentino, con lettera senza data, lunga ed importante. Ad ognuno de' dieci libri antepose gli Argomenti colla sostanza delle dottrine insegnate in que' dialoghi. Come egli riuscisse nella difficil prova di tradurre per primo l'opera maggiore di Platone non troviamo scritto» (Bongi I, 454). Bongi I, 454; Nuovo-Coppens, I Giolito e la stampa, p. 546, n. 218; Adams P, 1468.

Lot 654

Plautus Titus Maccius. Il Pseudolo comedia di M. Accio Plauto tradotta in versi italiani si aggiunge la traduzione d'alcuni idillj di Teocrito e di Mosco. In Firenze: 1765. (Al colophon:) In Firenze: alle spese dell'erede d'Agostino Carattoni, stampatore veronese, 1765. In-8° (mm 203x134). Pagine XVI [i.e. XIV], 191, [1]. Lieve gora al margine esterno delle carte, piccola lacuna al margine superiore del frontespizio. Legatura coeva in pergamena su cartone. In fine applicata etichetta stampata del tempo: 'Si vende da Pietro Massalongo Librajo in Verona vicino alli Portoni della Brà ove trovasi un discreto sortimento d'altri Libri'. Edizione fiorentina dello Pseudolo nella traduzione di Giuseppe Torelli, nella tiratura con la fine della dedicatoria cambiata.

Lot 655

Polcastro Giandomenico. Romanarum inscriptionum fasciculus cum explicatione notarum in usum juventutis. Patavii: excudebat Josephus Cominus, 1774. In-8° (mm 192x124). Pagine XVI, 222, manca l'ultima carta bianca. Marca tipografica incisa su legno al frontespizio,finalini xilografici. Esemplare in barbe, tracce di sporco al frontespizio e su poche carte, qualche arrossatura. Legatura coeva in cartonato rustico, titoli manoscritti al dorso, tracce di polvere e qualche piccola macchia ai piatti. Al recto della sguardia anteriore firma di possesso cassata datata 1775, numeri manoscritti al dorso. Edizione originale di questa raccolta di epigrafi attribuita al filologo e archeologo Giandomenico Polcastro (si veda F. Federici. Appendice agli annali della Tipografia Volpi-Cominiana. Padova 1817, p. 28), membro dell'Accademia patavina di scienze, lettere e arti, nonchè fondatore dell'annesso museo lapidario: accuratamente riprodotte in caratteri maiuscoli, le iscrizioni sono suddivise per argomenti (divinità, famiglie, templi, elogi, edifici pubblici, leggi, monumenti storici) mentre nelle pagine iniziali vengono indicate le opere da cui sono tratte. Sulla figura dell'erudito patavino, non solo un appassionato di epigrafia latina, ma un eclettico intellettuale, e sul suo legato librario alla Biblioteca Civica di Padova, si veda M.Callegari, Un numismatico per diletto: Giandomenico Polcastro e la sua biblioteca, in Inspecto nummo. Scritti di numismatica, medaglistica e sfragistica offerti dagli allievi a Giovanni Gorini. Padova 2001, pp. 255-273.

Lot 657

Possevino Antonio. Iudicium de Nuae militis Galli, Ioannis Bodini, Philippi Mornaei, Nicolai Machiavelli & Antimachiavelli quibusdam scriptis...Item Defensio veritatis adversus assertiones Catholicae fidei repugnantes...autore Petro Coreto. Lugduni: apud Ioannem Baptistam Buysson, 1594. In-8° (mm 170x104). Pagine [16], 356, [18]. Marca tipografica xilografica al frontespizio, capilettera, testatine e finalini xilografici. Qualche lieve arrossatura. Legatura coeva in pergamena floscia, titoli manoscritti al dorso, tagli spruzzati in rosso. Al contropiatto anteriore etichetta ex libris di Luigi Balsamo, al contropiatto posteriore nota manoscritta relativa all'acquisto del volume datata 12.7.1996. Seconda tiratura (la prima reca la data 1593) dell'edizione definitiva. Questi i contenuti del libro: 1) Giudizio sul libro di Fr. de La Noue, Discours politiques et militaires (Bale, 1587), che l'Autore scrisse durante la lunga prigionia (1580-1585), dopo la cattura da parte dell'esercito spagnolo, e che tratta principalmente di guerre civili, dell'educazione della nobiltà, della tattica militare e della politica dei re cristiani; 2) Giudizio su tre opere di Bodin: Methodus historiae, Libri de republica, Demonomania; 3) Giudizio sul libro di Ph. De Mornay, Traité de la vérité de la religion chrétienne (Anversa, 1581); 4) Giudizio sugli scritti di Machiavelli e sullo scritto anonimo dal titolo Antimachiavellum (in realtà i Discours di I. Gentillet usciti a Ginevra nel 1576 portano ben chiara la loro paternità e furono poi chiamati sbrigativamente Antimachiavellum senza che mai questa parola apparisse in alcuna delle molte edizione latine. L'A. era calvinista); 5) Dal libro III del De Nobiltate christiana di Hier. Osorio il De Nicolao Machiavella; 6) Il testo integrale del libro di P. Coretus (Pierre Coret) Defensio veritatis (1591), contro La Noue; 7) Il giudizio del Possevino sulla Confessio Augustana; 8) Altro suo Trattatello al Re Stefano di Polonia sullo stesso argomento; 9) Giudizio del Possevino su Erasmo; 10) Esame della setta «picardica» fiorente in Boemia e Moravia, mista di luterani, calvinisti e anabattisti. L'opera era uscita a Roma nel 1592 e comprendeva solo i primi cinque scritti (fino a quello di Orosio incluso); gli altri cinque appaiono qui per la prima volta.

Lot 658

Possevino Antonio. Coltura de gl'ingegni...Nella quale con molta dottrina, & giuditio si mostrano li doni che gl'ingegni dell'huomo ha posto Iddio. In Vicenza: appresso Giorgio Greco, 1598. In-4° (mm 205x146). Pagine [16], 115, [1]. Marca tipografica incisa su legno al frontespizio, capilettera e testatine xilografici. Legatura coeva in pergamena floscia, tracce di bindelle. Al contropiatto anteriore antiche segnature manoscritte e etichetta ex libris di Luigi Balsamo, alla sguardia anteriore, al frontespizio e all'ultima carta timbro di possesso a secco Theological Institute of Connecticut, resti di etichetta cartacea al dorso. Prima edizione in italiano dei primi dodici capitoli del primo libro della celebre Bibliotheca selecta (1593). Questa parte dell'opera, che divenne la più diffusa, apparve in prima edizione latina solamente nel 1604. La traduzione è dello stesso Possevino, il quale riorganizzò la materia in cinquantasei capitoli per facilitarne la lettura e il reperimento delle varie topiche (la ridisposizione del primo capitolo della Bibliotheca selecta che l'autore compì in questa occasione divenne definitivo, e fu mantenuto anche per l'opera maggiore a patire dalla seconda edizione del 1603). Il manoscritto fu affidato dal Possevino a Mariano Lauretti, il quale lo pubblicò dedicandolo al barone Oswal Tropp. Nel privilegio, Possevino ricorda di aver concesso la licenza editoriale dell'opera al tipografo vicentino Giorgio Greco (cfr. L. Balsamo, Venezia e l'attività editoriale di Antonio Possevino (1553-1606), in La Bibliofilia, XCIII/1, Firenze, 1991, pp. 65-66 e 88). Più dettagliata e approfondita della Ratio studiorum gesuitica, la Coltura de gl'ingegni definisce con chiarezza gli obiettivi (sapienza e religione), i mezzi (interni: sviluppo psicofisico; esterni: insegnanti, libri, esperienza) e gli ostacoli di una corretta educazione (errori di metodo e corruzione dello studente attraverso il peccato con conseguente diminuzione delle sue facoltà intellettuali). Il libro discute quindi dei doni distrubuiti da Dio (in proporzione alla capacità di ciascuno, ed in modo da tenerlo adeguatamente impegnato), dei passaggi attraverso i quali si può risalire alle cose più elevate, infine dei libri e delle istituzioni culturali, che sono strumenti insieme di edificazione religiosa e promozione scientifica (cfr. A. Arcangeli, Postfazione, in "A. Possevino, Coltura degl'ingegni", Sala Bolognese, 1990, pp. 5-13). Di grande interesse sono anche i capitoli in cui Possevino spiega come gli insegnanti debbano prendere in esame le diverse inclinazioni individuali degli studenti, per sviluppare le loro capacità di apprendimento e far fruttare al meglio i loro talenti. A. de Backer-Ch. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, Liège, 1872, VI, col. 1078; M. Cristofari, La tipografia vicentina nel secolo XVI, in "Miscellanea di scritti di bibliografia ed erudizione in memoria di Luigi Ferrari", Firenze, 1952, p. 208, nr. 233; H. Schüling, Bibliographie der psychologischen Literatur des 16. Jahrhunderts, Hildesheim, 1967, p. 219.

Lot 659

Possevino Antonio. De apparatu ad omnium gentium historiam. Expeduntur historici græci, latini, & alij. Venetiis: apud Io. Bapt. Ciottum Senensem, sub signo Auroræ, 1602. In-8° (mm 156x98). Pagine [16], 565, [1] (di 3, manca ultima carta bianca). Insegna dei Gesuiti incisa su legno al frontespizio, capilettera e finalini xilografici. Tracce di sporco e piccola gora al frontespizio, qualche lieve arrossatura. Legatura in pergamena su cartone, titoli in oro su falso tassello al dorso, tagli azzurri. Firma di possesso al recto della sgurdia anteriore 'Dominici Fontanini', al contropiatto anteriore etichetta ex libris di Luigi Balsamo. Seconda edizione latina dopo la prima stampata a Venezia da Ciotti nel 1597. "Allo scopo di estendere la diffusione della Bibliotheca selecta fra il pubblico più vasto di chi non conosceva il latino, l'autore ebbe cura di pubblicarne singole parti anche in traduzione italiana, in più luoghi ampliando il testo con criteri divulgativi e dando ai volumi più agevole formato (in 4° e in 8°) così da facilitarne l'uso nelle scuole: vedasi, ad esempio, il volumetto tascabile (Apparatus..., 1597 e, in traduzione italiana, Apparato all'historia di tutte le Nationi..., 1598) dove riunì il libro XVI e il cap. 19 del libro XV della Bibliotheca selecta, riorganizzando il testo originale nell'esposizione, arricchendolo di "condensati" di opere di classici e naturalmente aggiornandolo all'Indice del 1596...Le numerose ristampe di questi volumetti, destinati soprattutto ai rudes, ne documentano l'ampiezza della penetrazione" (L. Balsamo, La Bibliografia. Storia di una tradizione, Firenze, 1992, p. 40). Th. Bestermann, A World Bibliography of Bibliographies, Totowa, NJ, 1971, col. 1884. A. de Backer-Ch. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, Liège, 1872, VI, coll. 1079-1080, nr. 24f.

Lot 66

Ardemani Giovanni Battista. Tesoro delle gioie. Trattato curioso, Nel quale si dichiara brevemente in virtù, qualità, & proprietà delle Gioie. Venetia: appresso i Giunti, 1656. In-12° (mm 135x73). Pagine  [24], 212, [2]. Manca l'ultima carta bianca. Marca tipografica, incisa su legno, al frontespizio. Testatine silografiche. Legatura coeva in cartonato, con tracce di coloritura, dorso rinforzato con tasselli cartacei da manoscritto, al piede vergata da antica mano la data di stampa. Discreto esemplare, carte uniformente brunite, ampie gore.    Curiosa operetta redatta, sotto nome accademico, da Giovanni Battista Ardemani, e già data alle stampe nel 1602 dal veneziano Ciotti. Conobbe grande popolarità, e fu nel corso del Seicento riproposta da altri tipografi. Non mancano istruzioni per la preparazione di balsami e unguenti, sciroppi e infusioni, acque curative e di bellezza.

Lot 660

Possevino Antonio. Bibliotheca selecta de ratione studiorum, ad disciplinas, & ad salutem omnium gentium procurandam. Recognita novissime ab eodem, et aucta, & in duos tomos distributa. Triplex additus index. Coloniae Agrippinae: apud Ioannem Gymnicum sub Monocerte, 1607. Due parti in un volume in folio (mm 303x200). Pagine [26], 476; 519, [29]. Frontespizio calcografico, stemma xilografico della Compagnia di Gesù al frontespizio del Tomus secundus, capilettera, testatine e finalini incisi su legno, testo entro cornice a doppio filetto. Bruniture, qualche arrossatura. Legatura ottocentesca in mezza pelle, carta marmorizzata ai piatti, fregi e titoli in oro su tassello rosso al dorso, tagli dorati, piatto anteriore staccato, abrasioni al dorso con mende alle cuffie. Al contropiatto anteriore ex libris Balsamo, applicato con nastro adesivo al recto della sguardia posteriore un biglietto da visita 'Renata e Marino Berengo'. Edizione originale molto rara di questa importante opera di vasta erudizione. "La Bibliotheca selecta del 1593 è una sorta di repertorio di 'letture consigliate' dove venivano interpretati gli indirizzi della Chiesa cattolica dopo il Concilio di Trento. "Nel 1593 veniva pubblicata a Roma la Bibliotheca selecta. L'opera si inseriva in un 'genus' letterario di grande successo, quale quello delle bibliografie o 'bibliothecae' cinquecentesche, ed utilizzava come fonte primaria l'lndex librorum prohibitorum, seguendo inoltre il già consolidato programma pedagogico della 'Ratio studiorum' gesuitica. Eppure la Bibliotheca selecta si presentava, fin dalle prime battute, come un'opera sostanzialmente nuova, se non nel contenuto, nel metodo: "nescio, an ab ullo hactenus factum sit, ut Historiae ad solidam cum pietate notitiam legendae" (Carella, Antonio Possevino e la Biblioteca Selecta del Principe Cristiano, p.1).

Lot 662

Priscianese Francesco. De Primi principii della lingua romana. (Al colophon:) Stampato in Vinegia: per Bartolomeo Zanetti da Brescia, 1540. In-4° (mm 197x150). Carte [2], 31, [1]. Ritratto dell'Autore inciso in legno al frontespizio, grande marca tipografica incisa in legno in fine. LEGATO CON: Id., Della lingua romana. (Al colophon:) Stampato in Vinegia: per Bartolomeo Zanetti da Brescia, nel mese d'agosto 1540. Carte [8], cclxxxxl, [9]. Ritratto dell'Autore inciso in legno al frontespizio, grande marca tipografica incisa in legno in fine. Ottimo esemplare. Legatura posteriore in pergamena su cartone, titoli in oro su tassello in marocchino rosso al dorso, difetti al tassello. Al contropiatto anteriore etichetta della Libreria Rappaport e invio autografo di Francesco Testa '26 Novembre 1836 All'amico Conte Leonardo Trissino'; al contropiatto posteriore nota di possesso 'William Semprini'. Prima edizione della grammatica dell'umanista fiorentino Francesco Priscianese, che, grazie alla sua modernità, andrà a sostituire la Grammatica latina in volgare redatta da Bernardino Donato.

Lot 663

Ptolemaeus Claudius. La Geografia [...] Con alcuni comenti et aggiunte fattevi da Sebastiano munstero Alamanno, Con le tavole non solamente antiche et moderne solite di st[r]aparsi, ma altre nuove aggiuntevi di Messer Iacopo Gastaldo Piamo[n]tese cosmographo. In Venetia: per Gioa. Baptista Pedrezano, 1548. (Al colophon:ad instantia di messer Giovanbattista Pedrezano libraro al segno della torre a pie del ponte di Rialto, stampato per Nicolo Bascarini, 1547.. In-8° (mm 170x110). Carte [8], 214, [2], [64] con 60 tavole incise in rame a doppia pagina col testo stampato al verso. Bordure xilografiche al frontespizio, ritratto inciso in legon di Tolomeo con sestante a carta +2r e sfera armillare incisa in legno a carta CCv. Qualche fascicolo leggermente allentato ma ottimo e genuino esemplare. Legatura secentesca in cartonato, titolo manoscritto al dorso. Nota di possesso 'Iosephi Peressis Faganensis' a carta +2r e altra nota di difficile lettura al frontespizio. Ricercata prima edizione italiana di Tolomeo, nonchè prima edizione di un atlante in lingua vernacolare, e primo esempio di atlante tascabile mai stampato, corredato da 60 mappe realizzate dal cartografo piemontese Giacomo Gastaldi (1500-1566), che si basò sui 26 legni delle mappe tolemaiche del Münster, e aggiunse 34 mappe moderne, ricavate dai suoi disegni originali. Tra le importanti innovazioni introdotte dal Gastaldi emergono la celebre mappa Tierra Nueva, la prima ottenibile a ritrarre la costa orientale del Nord America (dalla Florida al Labrador), e una delle più antiche a integrarne la rappresentazione con le scoperte di Verrazano e Cartier, la Carta marina universale, considerata la prima mappa moderna del mondo e l'Universale novo, ovvero la riproduzione in scala ridotta della mappa che lo stesso Gastaldi realizzò nel 1546 e che è considerata una delle più importanti mappe del sedicesimo secolo. Questo atlante "the very first atlas of the New World" (Nordenskiöld), in quanto il primo a contenere una serie di mappe separate per rappresentare il Nord e il Sud America, è anche il primo atlante del Cinquecento ad essere corredato da mappe incise su rame, reintroducendo questa tecnica incisoria, caduta in disuso all'inizio del secolo. Adam P-2234; Sabin 66502; Alden 548-31; Mortimer 404; C. Fahy, The Venetian Ptolemy of 1548, in The Italian Book 1465-1800, The British Library, 1993, pp. 89-115.

Lot 664

Puccini Giacomo. Madama Butterfly (da John L. Long e David Belasco) Tragedia giapponese di L. Illica e G. Giacosa. Musica di Giacomo Puccini...Nuova edizione. Milano: G. Ricordi & C. [1904]. Dedica autografa di Puccini alla seconda carta di guardia anteriore. Ritratto fotografico di Puccini in antiporta. Legatura editoriale illustrata. Timbri a secco dell'editore alle carte di guardia anteriori. Al frontespizio timbro 'Emporio Musicale Oreste Galassi di Reggio Emilia'. SI AGGIUNGE: Puccini Giacomo. La bohème (Scene da La vie de bohème di Henry Murger) 4 quadri di Giuseppe Giacosa e Luigi illica. Musica di Giacomo Puccini. Nuova edizione con aggiunte dell'autore....riduzione di Carlo Carignani. Milano: G. Ricordi & C. [1898]. Ritratto di Puccini in antiporta. Legatura editoriale illustrata. Al piatto anteriore timbro in inchiostro blu Avv. Mario Cavallini Reggio Emilia; al frontespizio timbro in inchiostro blu 'Stabilimento Musicale Ditta Enrico Spallanzani Reggio Emilia'. SI AGGIUNGE: Zandonai Riccardo, D'Annunzio Gabriele. Francesca da Rimini. Tragedia di Gabriele d'Annunzio ridotta da Tito Ricordi per la musica di Riccardo Zandonai. Prima rappresentazione: Torino - Teatro Regio, 19 febbraio 1914Opera completa riduzione di Ugo Solazzi. Milano: G. Ricordi & C. [1914]. Pagine 209. Legatura editoriale illustrata. Ritratto di Zandonai in antiporta. Al piatto anteriore e all'occhietto anteriore timbro in inchiostro 'Avv. Mario Cavallini Reggio Emilia'. SI AGGIUNGE: Andrea Chénier. Dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica. Musica di Umberto Giordano. Riduzione per pianoforte solo di Amintore Galli. Pagine 160. Brossura editoriale originale. Al piatto anteriore e all'occhietto timbro in inchiostro 'Avv Mario Cavallini Reggio Emilia'. SI AGGIUNGE: Catalogo delle composizioni per istrumenti ad arco (Violino - Viola - Violoncello - Contrabbasso) Prezzi netti (Ottobre 1922). Milano: G. Ricordi & C. [1922]. Pagine 80. Brossura editoriale originale. I opera: Impreziosita dalla dedica autografa del compositore 'A Sua Maesta' la Regina Elena', datata Milano, 5 febbraio 1904.

Lot 665

Pulci Luigi, Franco Matteo. Sonetti... Assieme con la confessione: stanze in lode della Beca, ed altre rime... Nuovamente date alla luce con la sua vera lezione da un manoscritto originale di Carlo Dati dal marchese Filippo De Rossi. [Lucca]: 1759. In-8° (mm  197x137). Pagine viij, 183, [1]. Bruniture. Legatura coeva in pergamena su cartone, titoli in oro su falso tassello al dorso, tagli rossi. Edizione 'alla macchia' dei Sonetti del Pulci, probabilmente stampata a Lucca. Contiene con proprio occhietto a carta K3r: la Confessione di Luigi Pulci a Maria Vergine.

Lot 668

Raimondi Eugenio. Il dottissimo passatempo... dove si leggono curiosi oracoli, sentenze gravi, con precetti, & ammaestramenti politici, e christiani, publicati da antichi, e moderni scrittori. In Venetia: appresso Gervasio Anesi, 1627. (Al colophon:) Stampato in Venetia: nella stamperia di Gio. Salice. In-4° (mm 222x158). Pagine [40], 320. Marca tipografica incisa in legno al frontespizio, illustrazione xilografica con la Ruota notabile del stato humano a pagina 23, capilettera, testatine e finalini xilografici. Aloni e tracce di sporco al frontespizio, lievi arrossature e gora alle ultime carte. Legatura coeva in pergamena floscia, carta rosa applicata di rinforzo al dorso, titoli manoscritti al dorso, abrasioni e mende al piatto posteriore, lavori di tarlo e strappi al dorso. Al frontespizio due firme di possesso manoscritte, entrambe vergate su precedente nota in inchiostro. 'Del. Gio. Leonan di Cassano' e 'D. Gio. Batta. Bergonzi', al contropiatto anteriore segnatura a lapis 'A.II.48', sottolineature, alcuni marginalia e maniculae lungo il testo. Curiosa raccolta di aneddoti, motti, massime filosofiche e facezie di Eugenio Raimondi: "una quantità grande di ammaestramenti che possono tornare utili nelle occorrenze varie della vita umana. L'opera è divisa in due parti; la prima contiene i savii detti di filosofi antichi, la seconda gli avvisi di personaggi moderni" (F. Cavalli. La scienza politica in Italia, II, 1873, p. 430). BL 17th Century Italian Books, 718; Passano, Novellieri in prosa, 364.

Lot 669

Regno d'Italia 1805-1814. Codice di Napoleone il Grande pel Regno d'Italia. Edizione originale e la sola ufficiale. Milano: dalla Reale stamperia, 1806. In-4° (mm 267x217). Pagine 633, [1] (di 3, manca la carta 80/2 bianca). Mancante di carta π1 bianca e della tavola con ritratto calcografico di Napoleone, tracce di sporco su alcune pagine, leggere arrossature, gora agli ultimi due fascicoli. Legatura coeva in mezza pergamena, carta decorata ai piatti, titoli in nero su tassello cartaceo al dorso, abrasioni. Varie note di possesso 'Paolo Calicetti' e di prestito alle pp. VI, VII, XVI.   Edizione ufficiale della versione italiana, curata da Giuseppe Luosi, del Code de Napoléon, il codice civile dei Francesi, che fu promulgato il 21 marzo del 1804. I lavori di codificazione erano cominciati sotto la Rivoluzione, ma fu Napoleone che li portò a termine, ponendo di fatto fine al diritto comune. Ad esso fecero seguito il codice di procedura civile (1806), il codice di commercio (1807), il codice di procedura penale (1808) e il codice penale (1810). Tra il 1804 e il 1809 il 'Code civil' entrò in vigore in quasi tutti i territori della penisola italiana. Fu un fatto di rilevanza storica straordinaria, perché grazie ad esso cessarono di esistere le consuetudini locali, gli statuti, i vincoli di feudalità e i fedecommessi che per secoli avevano caratterizzato la vita del nostro paese. Il Codice di Napoleone il Grande costituì poi la base del codice civile stilato dopo l'Unità d'Italia. Promotore della traduzione in italiano e in latino del codice francese e responsabile della sua introduzione nel Regno italico fu Giuseppe Luosi, dal 1805 Gran Giudice e Ministro della Giustizia. Terminata nei primi giorni del 1806, la versione italiana fu presentata a Napoleone, che si trovava a Monaco di Baviera, da una delegazione capeggiata dallo stesso Luosi. Il nuovo codice entrò in vigore nel Regno italico il 1 aprile del 1806. Dopo l'entrata in vigore del codice da lui tradotto e promosso, Luosi si adoperò per farlo accettare e per attuare i programmi enunciati nelle sedute del Consiglio di Stato. Diede poi impulso alla redazione degli altri codici, anch'essi mutuati dai corrispettivi francesi, ad eccezione del codice di procedura penale, che fu autonomamente redatto nel 1807 sotto la supervisione di G.D. Romagnosi. Nello stesso anno Luosi pubblicò a Brescia in sei volumi la Collezione dei travagli sul codice penale per Regno d'Italia, contenente, oltre al progetto, le osservazioni dei tribunali e dei procuratori regi. Per i suoi servigi Napoleone lo colmò di titoli ed onori. Il codice fu pubblicato nello stesso anno anche in formati tipografici minori e in altre città italiane.

Lot 67

Tanara Vincenzo. L'Economia del Cittadino in Villa... Libri VII. In questa Quarta impressione riveduta, & accresciuta. In Bologna: per gli HH. del Dozza, 1658. In-4° (mm 218x157). Pagine [8], 624, [16]. Grande vignetta calcografica al frontespizio, incisa da Giovanni Battista Coriolano e raffigurante un paesaggio agrestre. Testatine e iniziali ornate incise su legno, numerose illustrazioni silografiche nel testo, raffiguranti attrezzi agricoli. Legatura moderna in cartonato, al dorso titolo annotato a lapis. Esemplare discreto. Frontespizio brunito, con tracce di polvere e alcuni strappetti ai margini. Diffuse e ampie gore, numerose bruniture e tracce d'uso. Cucitura allentata. Al contropiatto anteriore ex libris cartaceo 'Ex Bibliotheca Gastronomica Claudio Benporat'. Quarta edizione - la prima apparve a Bologna nel 1644 - di questa ampia opera destinata a grande e duratura fortuna anche nel secolo successivo. Ai sette libri delle edizioni precedenti (vedi lotto 64) è qui aggiunto, alle ultime carte, un trattatello dedicato al Cacciatore e alle sue "qualità, virtù, e doti", evidente riflesso della grande passione che il marchese Tanara nutrì per la caccia, e nel quale delinea il modello del "Cacciatore Nobile, o almeno civile", escludendo quindi "i Mercenarij, e i Villani", in grado solo di saccheggiare colombaie e pollai (p. 617). Westbury, 211; Marciana, 1563; B.IN.G., 1885; Vinciana, 1807.

Lot 671

Rousseau Jean-Jacques. Del contratto sociale, ossia Principj del diritto politico... Tradotto dal cittadino Niccolò Rota. Venezia: dalla tipografia di Antonio Curti: presso Giustino Pasquali q. Mario, 1797. In-8º (mm 180x120). Pagine VIII, 207, [1]. Tracce di sporco al frontespizio altrimenti buon esemplare. Legatura moderna in cartone. LEGATO CON: Id. Discorso sopra l'economia politica di G.G. Rousseau. Venezia: dalla tipografia di Antonio Curti: presso Giustino Pasquali q. Mario, 1797. Pagine 68.  Bel volume che riunisce due importanti opere del Rousseau in traduzione italiana. I opera: Il Contratto sociale e' qui nella versione di Niccolò Rota, apparsa contemporaneamente a quella di Celestino Massucco e preceduta da quella di Giovanni Menini, uscita a Parigi nel 1796. Il Contratto sociale è il testo principale in cui Rousseau esprime la tesi fondamentale che un governo dipenda in modo imprescindibile dal mandato popolare (cfr. S. Rota Gribaudi, La fortuna di Rousseau in Italia (1750-1815), Torino, 1961, p. 325). II opera: Probabile prima edizione italiana del Discorso sopra l'economia politica, che fu pubblicato nello stesso periodo anche a Bologna in un'edizione tuttavia senza data.

Lot 673

Rulié Pierre, Gouttes, Jean-Louis. Théorie de l'Interet de l'Argent, tirée des Principes du Droit Naturel, de la Theologie & de la Politique, Contre l'Abus de l'Imputation d'Usure. A Paris: chez Barrois l'ainé, libraire quai des Agustins du coté du Pont Saint-Michel, 1780 In 12° (mm 168x95). Pagine xxiii, [1], 306, [4]. Minime bruniture ma ottimo esemplare. LEGATO CON: La Porte Jean Barthelemy de. Le defenseur de l'usure confondu, ou refutation de l'ouvrage intitulé: Theorie de l'interet de l'argent. Paris: Benoit Morin, 1782. Pagine [4], 420, [4]. Legatura coeva in pelle bazzana con titolo in oro al dorso, risguardi in carta marmorizzata, leggere spelllature e danni agli angoli.   I opera: Prima edizione. Questa difesa dell'interesse venne scritta a sei mani da Turgot, dall'abate Pierre Rulié e dall'abate Jean-Louis de Gouttes, ed è un'importante fonte storica per il dibattito sull'usura. Ancora nel Settecento era infatti largamente diffusa la tesi, già sostenuta anticamente da Aristotele, dell'equivalenza tra interesse ed usura, principio messo in discussione da questo saggio. L'opera riproduce per la prima volta alcuni estratti dal Mémoire sur le prêt à intérêt di Turgot, scritto nel 1769, ma destinato alla sola circolazione manoscritta, prima di essere interamente edito nel 1789, in parallelo al deflagare della Rivoluzione. L'abate de Gouttes, stando alla testimonianza di Schelle (nell'edizione delle Oeuvres di Turgot, vol. III, p. 155), e di Dupont (nei suoi Mémoires), ebbe sostanzialmente il ruolo di curatore del presente lavoro e, in quanto depositario di alcuni manoscritti di Turgot, aggiunse nel testo numerosi brani desunti, oltre che dal Mémoire, anche dall'opera Reflexions sur la formation et la distribution des richesses e da altri scritti ancora inediti. Risulta difficile ascrivere ai tre diversi autori la totale paternità dei vari scritti: Kress e Goldsmiths registrano l'opera sotto il nome di Rulié; il catalogo Einaudi rubrica il volume ascrivendolo a Gouttes. Alle pp. 289 - 300 si trovano gli Arrêts concernant l'affaire d'Angoulême. Kress, B / 318; Einaudi, 2667; Goldsmiths, 12046; INED, 2104 e 4000; Barbier, IV, 702b; Querard, III, 436. II opera: Prima edizione di questa refutazione della difesa della legittimità dell'interesse, pubblicata nel 1780 dall'abate Rulié, Gouttes e altri. Al trattato del De La Porte seguono altre refutazioni e una compilazione di ordinanze contro l'usura del giurista Gabriel Nicolas Maultrot. Einaudi, 3216; Coquelin & Guillaumin, I, p. 969 e II, p.20.

Lot 677

Sannazzaro Iacopo. Del parto della Vergine del Sanazaro libri tre, tradotti in versi toscani da Giovanni Giolito de' Ferrari. In Venetia: appresso i Gioliti, 1588. In-4° (mm 205x144). Carte [74]. Frontespizio inciso in legno, tre illustrazioni incise e piena pagina entro cornice, capilettera xilografici animati e ornati nel testo, testatine e finalini incisi su legno, testo entro cornici incise. Frontespizio leggermente corto di margini ma buon esemplare. Legatura settecentesca in pelle raciné, cornice a filetti impressa a secco ai piatti, dorso con impressioni in oro e titolo dorato su tassello in marocchino nocciola, contropiatti e sguardie in carta decorata a pettine, tagli rossi. Al contropiatto anteriore ex libris settecentesco e note bibliografiche su frammento cartaceo, timbro 'Luigi Boccioni' al recto della prima carta, lunga annotazione manoscritta al verso della prima carta. Prima edizione di questa traduzione condotta da Giovanni Giolito del De partu Virgini. Si tratta di uno dei volumi più belli usciti dalla tipografia veneziana dei Giolito, arricchito da un elegante apparato illustrativo e decorativo. Ognuno dei tre libri si apre con un'illustrazione xilografica a piena pagina, con scene della vita della Vergine - l'Annunciazione, la Visitazione e la Natività. Bongi II, 428-429; Graesse VI, 266; STC Italian, 605; Adams S, 332.

Lot 678

Sansi Achille. Storia del comune di Spoleto dal secolo XII al XVII seguita da alcune memorie dei tempi posteriori. Parte I [- II]. Foligno: Stabilimento di P. Sgariglia, 1879-1884. Due parti in un volume in-8° (mm 222x150). Pagine 332, con 10 tavole calcografiche fuori testo di cui 2 ripiegate; [4], 321, [1]. LEGATO CON: Id. Memorie aggiunte alla storia del comune di Spoleto. Foligno: Stab. Lit. Tipografico P. Sgariglia, 1886. Pagine [4], 183, [3]. Qualche leggera arrossatura. Brossure editoriali conservate entro legatura coeva in mezza pergamena con punte, carta marmorizzata ai piatti, fregi e titoli in oro su tassello al dorso, contropiatti e sguardie in carta decorata. Al verso della guardia anteriore della parte I indice manoscritto, al frontespizio della parte I nota di possesso di Roberto Costeldo. Edizione originale di questi studi pubblicato nella Collezione Studi Storici dell'Accademia spoletina.

Lot 681

Sarpi Paolo. Historia del Concilio Tridentino di Pietro Soave polano. Seconda editione, riveduta e corretta dall'autore. [Genève: Pierre Aubert], 1629. In-4° (mm 225x157). Pagine 842, [12]. Lievi bruniture diffuse. Legatura settecentesca in pergamena su cartone, titoli in oro su tassello al dorso. Al risguardo note bibliografiche manoscitte, in fine di opera antico timbro di collezione nobiliare di difficile lettura. Etichetta cartacea di collocazione al dorso. Non comune edizione 'alla macchia'. Pubblicata per la prima volta a Londra da John Bill nel 1619, questa celebre storia del Concilio di Trento fu edita, all'insaputa dell'autore, sotto lo pseudonimo di Pietro Soave Polano (anagramma di Paolo Sarpi Veneto) da Marcantonio De Dominis, cui era stato affidato il manoscritto dell'opera. L'Historia, composta fra il 1610 e il 1618, racconta le vicende conciliari dal pontificato di Leone X in poi. Per il suo afflato morale e l'ampio respiro delle sue tesi e della sua prosa, essa è considerata come una delle maggiori opere storiografiche italiane. Pur non allontanandosi mai dall'ortodossia cattolica, perché sostanzialmente indifferente alle dispute dottrinali, Sarpi condannò con forza il temporalismo e lo sfarzo della chiesa contemporanea, contrapponendolo alla povertà e alla semplicità della chiesa primitiva. Polemizzò inoltre con i gesuiti, sostenne la superiorità del concilio sul papa e criticò le decisioni assunte nelle sessioni conclusive del Concilio tridentino.

Lot 682

Sarpi Paolo. Histoire du Concile de Trente... Traduite par mr. Amelot de la Houssaie, ci-devant sécrétaire de l'Ambassade de France à Venise. Avec des remarques historiques, politiques, & morales. Seconde édition revue & augmenté. A Amsterdam: dans l'imprimerie de G.P. & J. Blaeu aux dépens de la Compagnie, 1686. In-4° (mm 256x197). Pagine [48], 800, [48]. Marca tipografica incisa su legno al frontespizio, capilettera e finalini xilografici. Tracce di sporco e gore al frontespizio, arrossature, lievi bruniture. Legatura coeva in pelle, fregi in oro al dorso a 5 nervi, dentelles, segnalibro in seta verde, abrasioni agli angoli, macchie e lacune ai piatti e al dorso. Al contropiatto anteriore e al recto della sguardia anteriore segnature e indicazione di prezzo. Seconda edizione, rivista e aumentata, della traduzione francese condotta da Abraham Nicolas Amelot de la Houssaye dell'Istoria del Concilio Tridentino di Paolo Sarpi, opera apparsa per la prima volta a Londra nel 1619 e subito tradotta nei principali idiomi europei. L'originale versione dello storico di Orléans apparve nel 1683, suscitando non poche polemiche e attirando vari assalti politici: Amelot de la Houssaye non era nuovo alla conoscenza degli scritti del teologo veneziano perchè nel 1676 aveva attinto al suo Discorso dell'origine, forma, leggi ed uso dell'Uffizio dell'Inquisizione nella città e dominio di Venezia (1638) per la compilazione dell'Histoire du gouvernement de Venise.  

Lot 683

Sassu Aligi. Sei battaglie. Litografie originali. Con uno scritto di Egidio Bonfante. Novara: Posizione, 1943. In-folio (mm 360x250). Pagine [8], 6 tavole litografiche. Esemplare 109/118. Carpetta in cartone arancio chiusa da laccetti in tela grezza, titoli a stampa al piatto anteriore, usura e mende al dorso il tela. All'occhietto invio autografo di Sassu a Romeo Princivalli datato 19-1-1972. Bellissima serie di litografie di Aligi Sassu stampate su torchio a mano da Piero Fornasetti, le cui pietre vennero distrutte a tiratura ultimata. La serie venne ideata e curata dagli editori della celebre rivista culturale giovanile Posizione. Sulla attività editoriale si veda R. Cicala, Intellettuali in provincia. Introduzione alle riviste letterarie novaresi del Novecento, in Id. Inchiostri indelebili: Itinerari di carta tra bibliografie, archivi ed editoria. 25 anni di scritti (1986-2011), Milano 2014, pp. 249-256.

Lot 684

Sauvage Henri-Michel. La realtà del progetto di Borgo-Fontana dimostrata dalla sua esecuzione. Tomo primo [-secondo]. [Dopo il 1755].. Due volumi in-8° (mm 180x115). Pagine (2), 360; 440. Lievi gore. Legatura coeva in pergamena su cartone, titoli in oro su falso tassello al dorso, tagli spruzzati in rosso, macchie ai piatti, bordi usurati, lacerazioni lungo la cerniera anteriore del tomo primo. La presente edizione fu sicuramente stampata dopo il 1755, data della prima edizione francese, apparsa a Utrecht con il titolo La realité du projet de Bourg-Fontaine, demontree par l'execution. L'opera fu tradotta in lingua italiana da Antonio Maria Ambrogi (cfr. C. Sommervogel, Dictionnaire des ouvrages anonymes et pseudonymes, Paris, 1884). Si tratta di una celebre opera giansenista redatta da uno dei monaci della certosa di Bourgfontaine in Francia, i quali furono in seguito costretti a fuggire e a riparare in Olanda.

Lot 687

Siebold Adam Elias von. Trattato intorno la conoscenza e la cura delle malattie delle donne... tradotto di lingua tedesca con prefazione giunte e annotazioni da Pietro Savoldi...Vol. I [-II]. Brescia: della tip. di Federico Nicoli-Cristiani, 1826. Due parti in un volume in-8° (mm 216x135). Pagine XXIV, 304, [2]; 397, [1]. Ultima carta della prima opera slegata, sporadici lievi aloni, più evidenti all'occhietto della seconda parte. Legatura coeva in mezza pelle nocciola, piatti marmorizzati, dorso a sei falsi nervi enfatizzati da ferri dorati, titolo impresso in oro al secondo comparto; tagli spruzzati in azzurro. Contropiatti e sguardie in carta color tortora. Lacuna al contropiatto anteriore, abrasioni in corrispondenza delle cerniere. Prima traduzione italiana dell'importante opera medica del ginecologo e professore universitario tedesco Adam Elias von Siebold (1775-1828), originariamente edita in lingua tedesca nel 1811 con il titolo Handbuch zur Erkenntniß und Heilung der Frauenzimmerkrankheiten, e ristampata in una versione ampliata nel 1821. Il trattato godette di grande successo soprattutto per la consapevolezza dell'applicazione delle recenti scoperte in campo ginecologico e ostetrico e il suo autore, discendente dalla famiglia che diede i natali ai più importanti ginecologi tedeschi del loro tempo, insegnò a Würzburg e a Berlino. La presente traduzione venne redatta dal chirurgo bresciano Pietro Savoldi. SGC I: XIII, 9; Engelmann 539; Hirsch/H. V, 261 (Prima edizione).

Lot 688

Sismonda Eugenio. Matériaux pour servir à la paléontologie du terrain tertiaire du Piémont. Turin: de l'Imprimerie Royale, 1865. In-4° (mm 300x220). Pagine 83, [1] con 35 tavole litografiche numerate fuori testo, di cui 3 più volte ripiegate. Strappi restaurabili alle ultime due carte ripiegate, qualche lieve arrossatura. Legatura coeva in mezza pelle, carta marmorizzata ai piatti, fregi, titoli in oro e filetti a secco al dorso, contropiatti e sguardie in carta decorata. Invio autografo dell'Autore al 'Sig. Cav.re Fr. Selmi' al recto della guardia anteriore. Interessante intervento del medico e naturalista piemontese estratto da Mémoires de l'Académie des sciences de Turin, s. 2, tomo 22; l'Autore divenne membro dell'Accademia nel 1843 e insieme al fratello Angelo, fisico e geologo, è noto per il ruolo chiave svolto dai suoi studi nelle fasi preparatorie alla realizzazione del Traforo del Frejus. Come denuncia la dedica il volume è appartenuto alla biblioteca privata del chimico modenese Francesco Selmi: i due si conobbero certamente a Torino, ove Selmi si rifugiò nel 1848 per motivi politici.

Lot 69

Pisanelli Baldassarre. De alimentorum facultatibus libellus aureus. Bruxellis : typis Francisci Foppens sub signo S. Spiritus 1662. In-12° (mm 130x75). Pagine [4], 398 [i.e. 301], [6]. Ampia lacuna anticamente restaurata al margine esterno del frontespizio con piccola perdita del fregio xilografico al centro altrimenti buon esemplare. Legatura coeva in pergamena. Edizione latina del Trattato della natura de' cibi et del bere, apparso originariamente a Roma nel 1583. La fortunatissima opera del medico bolognese, allievo di Ulisse Aldrovandi e attivo a Roma presso l'Ospedale di Santo Spirito, era stata per la prima volta pubblicata in latino nel 1592 a Ginevra, con il titolo di De esculentorum potulentorum facultatibus liber unus, nella traduzione curata da Arnold Freitag, e riproposta da Foppens nel 1662. Paleari Henssler, 579; Krivatsy, 9030.

Lot 690

Sisto da Siena. Bibliotheca sancta a F. Sixto Senensi, ordinis praedicatorum, ex praecipuis Catholicae Ecclesiae autoribus collecta, & in octo libros duobus tomis complexos digesta; quorum inscriptiones. Venetiis: apud Franciscum Franciscium Senensem, 1574-1575. Due volumi in-4° (mm 220x165). Pagine [96], 17-598, [2]; 669, [3]. Lavoro di tarlo alle pagine 121-136 del secondo volume che lede il testo, qualche brunitura ma buon esemplare, genuino. Legatura coeva in pergamena floscia, titoli manoscritti ai dorsi e ai tagli. Ai contropiatti applicati ex libris 'Coll. Reg. S.J. ad S. Georg. Ex Bibl.'; alle carte di guardia timbri in inchiostro 'Bibl. Hageveld.'. Non comune seconda edizione dopo la prima in folio del 1566. Sisto da Siena (1520-1569), nato da genitori ebrei ma convertito al cattolicesimo, fu successivamente accusato di eresia e condannato al rogo, ma venne graziato da Giulio II. In seguito ricoprì incarichi come inquisitore. L'opera è una sorta di enciclopedia dei repertori per l'insegnamento dogmatico e della tradizione ecclesiastica, la prima redatta dopo la conclusione del Concilio di Trento. L'opera introduce la divisione dei libri biblici in protocanonici, deuterocanonici e apocrifi. All'interno l'autore dichiara di aver salvato dal rogo la prima edizione della Kabbala.  

Lot 694

Speroni Sperone. Dialoghi... Nuovamente ristampati et con molta diligenza riveduti et corretti. (Al colophon:) In Vinegia: In casa de' figliuoli di Aldo, 1552. In-8° (mm 150x100). Carte 144. Marca tipografica xilografica al frontespizio e in fine. Gora al margine inferiore dei primi fascicoli, piccolo lavoro di tarlo al margine bianco delle prime quattro carte, esemplare lavato. Legatura moderna in pergamena, tagli rossi. Al frontespizio nota di possesso quasi completamente illeggibile e timbro 'Santuario Maria SS del Carmelo - Catania'. I celebri Dialoghi dello Speroni furono pubblicati per la prima volta da Paolo Manuzio nel 1542, nell'anno in cui l'autore divenne principe dell'Accademia degli Infiammati. In breve tempo divennero un vero e proprio successo editoriale: la sola officina di Aldo ne diede sei ristampe nel giro di poco più di dieci anni. Lo Speroni, allievo tra gli altri del Pomponazzi a Bologna, fu amico del Tasso, di cui rivide la Gerusalemmme liberata, e di Annibal Caro. I Dialoghi, pubblicati a cura dell'amico Daniele Barbaro, all'insaputa dell'autore, con dedica a Ferdinando Sanseverino, Principe di Salerno, comprendono: Dialogo d'amore (in cui campeggia la figura di Tullia d'Aragona), Della dignità delle donne, Del tempo del partorire delle donne, Della cura famigliare, Della usura, Della discordia, Delle lingue, Della retorica, Delle laudi del Cathaio, Panico et Bichi. Renouard, p. 126; Adams, II, S-1570.

Lot 696

Spreti Camillo. Notizie spettanti all'antichissima scola de' pescatori in oggi denominata Casa Matha... l'anno 1820 [Statuti e rubriche dell'Ordine della Casa Matha]. Ravenna: Tipografia di A. Roveri e figli, 1820. Due parti in un volume in-4° (mm 290x210). Pagine [8], 292, [2]; 230, [4]. Ritratto calcografico dell'Autore in antiporta. Esemplare in barbe, gora ai fascicoli 9-10, lieve gora marginale al fascicolo 23 e piccolo foro alle ultime 3 carte del tomo II, qualche lieve arrossatura. Legatura coeva in mezza pergamena, carta marmorizzata ai piatti, titoli e fregi in oro su tasello al dorso. Unica edizione di questo scritto dedicato alla storia della Casa Matha, corporazione ravennate dei pescatori di antichissima origine. Oltre a trattare della sua istituzione, l'opera elenca i ricchi stabilimenti posseduti dalla corporazione dall'XI al XVIII secolo, raccogliendone inoltre gli statuti, le leggi, le matricole; una sezione del tomo I riporta e ordina tutte le fonti da cui l'Autore ha tratto le notizie. La data 1839 si desume dall'imprimatur al recto dell'ultima carta di entrambi i tomi: il 1820 indicato come anno di edizione di diversi esemplari censiti in SBN si spiega alla luce del frontespizio ('opera e fatica del marchese Camillo Spreti ... l'anno 1820'), ma conferma della stampa postuma delle Notizie dello Spreti viene dalle Vite di ravegnani illustri di Filippo Mordani (1837, p. 231): "l'ultimo de' suoi lavori, che inedito si rimane, è la istoria della Casamatta". Il ritratto calcografico dell'Autore è inciso da Gaspare Ginanni su disegno di Nistri. Susini, Storia di Ravenna, III; Catalogo della biblioteca del senato, 485.

Lot 697

Stade JeanEphemerides novae et auctae...ab anno 1554 ad annum 1576. Coloniae Agrippinae: apud haeredes Arnoldi Birckmanni, 1560. Due parti in un volume in-4° (mm 206x155). Carte [64]; [322]. Marca tipografica incisa in legno ai frontespizi, ritratto xilografico dell'Autore al verso del primo frontespizio, schemi e diagrammi incisi in legno nel testo, capilettera xilografici. Tracce di sporco al frontespizio della prima parte, lieve brunitura della carta. Legatura coeva in mezza pelle di scrofa impressa a secco su assi in legno, bindelle in pelle con ganci e tenoni in ottone, titoli dattiloscritti su doppio tassello cartaceo al dorso a 3 nervi, abrasioni alle cuffie, nota di possesso di difficile lettura al primo frontespizio. Edizione delle tavole astronomiche dello scienziato fiammingo Jan Van Ostaeyen per gli anni 1554-1561. Il matematico e astronomo di Loenhout si proponeva un miglioramento e una correzione delle cosiddette Tavole alfonsine compilate nel XIII secolo, in modo da offrire dati e valori più accurati e precisi. Tra i lettori dell'opera di Van Ostaeyen si annoverano Thyco Brahe e Nostradamus.

Lot 699

Stendhal. Promenades dans Rome. Tome premier [- second]. Paris: Delaunay, libraire de S.A.R. M.me la Duchesse d'Orléans, Palais Royal, 1829 (Al colophon): Paris: imprimerie et fonderie de Fain, rue Racine, n.°4, Place de l'Odéon. Due volumi in-8° (mm 205x125). Pagine [4], iv, 450, [2], 3 tavole incise in rame di cui 2 ripiegate; [4], 592, con 1 tavola incisa in rame. Arrossature, piccole macchie a p. 200 del tomo I. Legatura in cartonato verde coevo, titoli e filetti in oro ai dorsi, lievi abrasioni agli angoli. Al contropiatto anteriore del tomo I etichetta ex libris di Hans Peter Kraus.   Rarissima edizione originale - in esemplare posseduto da H.P. Kraus - di quest'opera di Stendhal, che costituisce non solo una pregevole guida alle bellezze storico-artistiche della città di Roma, ma anche una raccolta di riflessioni e considerazioni di carattere estetico e filosofico sull'arte e sulla bellezza. Le due tavole raffiguranti la basilica di S. Pietro e la Colonna Traiana, in antiporta rispettivamente al tomo I e al tomo II, sono disegnate da Christophe Civeton e incise da François Louis Couché. Vicaire, I, 455; Carteret II, 352; Cordier, Bibliographie de Stendhal, n. 75; Paupe, 5663.

Lot 7

Apicius Coelius. De Re Culinaria libri Decem. B. Platinae Cremonensis De Tuenda valetudine, Natura rerum, & Popinae scientia Libri X. Pauli Aeginetae De Facultatibus alimentorum Tractatus. Luguduni: Apud Seb. Gryphium, 1541. In-8° (mm 145x94). Pagine 314, [14]. Marca tipografica xilografica al frontespizio e altra in fine. Gora al margine inferiore del primo fascicolo, esemplare con margini corti, alcuni titoli correnti e note marginali appena rifilati. Legatura in pergamena floscia antica rimontata. Bella e rara edizione lionese che contiene non solo l'opera attribuita a Apicius - la più importante fonte sopravvissuta sulla cucina antica (vedi lotto 4) - ma anche il De honesta voluptate et valetudine del Platina - il primo libro di ricette mai dato alle stampe, celebre per aver tramandato  il manuale del grande cuoco del Quattrocento maestro Martino da Como (vedi lotti 2 e 5)  - e l'opera più importante dedicata dal filosofo e medico del VII secolo Paulus Aegineta alla dietetica. Vicaire 31; Bitting 11;  Cagle 32; Simon 123; Simon Bacch. II, 52; Paleari Henssler 518; OBERLé 5; B.IN.G. 78.

Lot 70

Lune Pierre (de). Le nouveau et parfait Maistre d'Hostel Royal, enseignant la maniere de couvrir les Tables dans les Ordinaires et Festins, tant en Viande qu'en Poisson, suivant les quatre Saisons de l'Année. Paris: chez Iean Guignard, 1662. In-8° (mm 170x110). Pagine [8], 357 (ma 359, ripetute nella numerazione le pp. 47-48), [1]. Testatine, iniziali ornate e finalini incisi su legno. Numerose silografie nel testo. Legatura coeva in pergamena, dorso liscio con titolo breve vergato da mano antica. Buon esemplare, usuale brunitura delle carte, piccola traccia di umidità al frontespizio. Diffuse fioriture, alcune carte con macchie e aloni più evidenti. Alcune pieghe alle ultime carte, piccola amancanza al contropiatto posteriore. Al contropiatto anteriore nota di possesso, vergata in inchiostro scuro, 'Herold 15 Juin 63 12t livre fort rare', e ex libris 'R. Oliver'. Indicazione di prezzo al contropiatto posteriore 'N. 5. £ 2.'   Seconda e rara edizione - la prima apparve nel 1659 - del manuale redatto dall'escuyer de cuisine del duca di Rohan, e ora arricchita, agli ultimi fascicoli, dal Traitté de cuisine à l'espagnole. Il testo è corredato di numerose silografie con i diversi modi di disporre i piatti di portata, in base al numero dei commensali e alla forma del tavolo, con l'elenco delle portate che vi devono essere servite, "en observant toujours une soigneuse symmétrie, tant dans les dispositions les plus simples (tables composées de trois assiettes) que dans les dispositions les plus élaborées"(Livres en bouches, 139). Sempre nel 1662 l'opera apparve anche presso il tipografo Etienne Loyson. Vicaire 543; Livres en bouches 139.

Lot 701

Tasso Ercole. Poesie... composte da lui in sua giovanile età. E già spartatamente stampate in Bologna, in Vinegia & in Bergamo. Con brievi dichiarationi, annesse con gl'indici, sopra le più di loro del sig. Christoforo Corbelli. In Bergamo: per Comin Ventura, 1593. Due opere in un volume. In-8° (mm 187x120). Carte 72 [i.e. 74], manca ultimo fascicolo χ2 di cui la seconda carta è bianca. Marca tipografica incisa in legno al frontespizio, capilettera, testatine e finalini xilografici. Arrossature, leggere gore. LEGATO CON: Id. Dell'ammogliarsi piacevole contesa fra i due moderni Tassi...gentilhuomini bergamaschi. In Bergamo: per Comin Ventura, 1593. In-4°. Carte [4], 55 [i.e. 51], [1]. Marca tipografica incisa in legno al frontespizio, iniziali, testatine e finalini xilografici. Arrossature, tracce di sporco su poche carte. Legatura coeva in pergamena floscia, resti di bindelle, ai piatti macchie, gore e arrossature, piccole mende al dorso, tracce di sporco e gore alle carte di guardia iniziali. Note manoscritte al recto delle prime due carte di guardia anteriori. I opera: Edizione originale, piuttosto rara, dei versi di Ercole Tasso, cugino di Torquato. Oltre che filosofo e letterato, l'Autore fu uomo politico e ricoprì cariche come quella di consigliere della città di Bergamo e nunzio stabile a Venezia. Graesse VI, 31. II opera: Prima edizione di questa curiosa contesa poetica che vede protagonisti i cugini Ercole e Torquato Tasso: il primo, che prese moglie, piange l'infelicità dei maritati; il secondo, celibe, celebra un'apologia del matrimonio ed elogia la fortuna di chi è sposato.

Lot 702

Tasso Torquato. Rime... divise in amorose boscherezze maritime imenei heroiche morali lugubri sacre e varie. Con gli argomenti ad ogni compositione. Fatica del sig. Carlo Fiamma. Aggiuntovi la vita, & sentenze dell'autore scritta dall'illustriss. sig. Gio. Battista Manso. In Venetia: appresso Euangelista Deuchino, 1621 [-1622]. Tredici parti in quattro volumi in-12° (mm 130x70). Pagine [60], 307, [5]; 70, [2]; 16; 44; 160; 30, [1]; 54; 72; 112; 35, [1]; 264; 88; 114. Minime fioriture ma buon esemplare. Legatura del tempo in pelle bazzana, titoli e fregi in oro al dorso. Ai frontespizi timbri di ex libris 'Augusti Kestner'. Non comune edizione dell'opera del Tasso curata da Carlo Fiamma. Haym, 110 n. 14: "Il già a bastanza lodato Canonico Crescimbeni raccomanda l'Edizione delle Rime del Tasso con gli Argomenti del Fiamma, fatta in Venezia per Evangelista Deuchino 1621. in 12, nella quale sono le Rime Amorose, Boscarecce, Maritime, Imenei, Eroiche, Morali, Lugubri, Sacre, Varie, divise in quattro parti in un Volume, alla quale va unita la Vita del detto Tasso scritta da Gio. Battista Manso Marchese di Villa". Solerti, Le rime di Torquato Tasso edizione critica su i manoscritti e le antiche stampe, I, n.169; La raccolta tassiana della Biblioteca civica A. Mai di Bergamo, 48.

Lot 706

Telesio Luigi. Elogio di Niccolò Fergola scritto da un suo discepolo. In Napoli: appresso Trani, 1830In-8° (mm 215x135). Pagine 331, [1]. Ritratto calcografico di Fergola in antiporta. Esemplare in barbe, qualche arrossatura, fori e lavori di tarlo lungo il margine interno delle carte solo sporadicamentee in maniera minima lesivi del testo. Brossura coeva in carta azzurra, macchia e strappi al piatto posteriore, mende al dorso. Al dorso due etichette cartacee, di cui una lacunosa, con segnatura a stampa. SI AGGIUNGE: Bouillet Marie Nicolas. Dictionnaire universel des sciences, des lettres et des arts. Paris: Librairie de L. Hachette et C.ie, 1854. In-8° (mm 242x148). Pagine VIII, 1750. Arrossature. Legatura coeva in mezzo marocchino, carta decorata ai piatti, titoli in oro al dorso a 4 nervi, contropiatti e sguardie in carta marmorizzata, abrasioni agli angoli e alle cuffie, dorso staccato lungo la cerniera interna anteriore. I opera: Edizione originale di questo scritto di Telesio in cui si traccia un profilo biografico-celebrativo del matematico napoletano Nicola Fergola, di cui l'Autore fu discepolo. Noto per i suoi insegnamenti al regio istituto Liceo del Salvatore e poi all'Università di Napoli, Fergola lasciò alla sua morte molti manoscritti inediti, solo parzialmente pubblicati a cura dell'allievo Vincenzo Flauti. Il ritratto in antiporta è inciso su rame da Raffaele Aloja. L'Appendicetta presente in alcuni esemplari censiti in ICCU e datata 1836 non è parte integrante di questa prima impressione. II opera: Edizione originale di questo dizionario di scienze, lettere e arti compilato dal lessicografo parigino Marie Nicolas Bouillet: la sua notorietà è legata principalmente alla pubblicazione, nel 1842, del Dictionnaire universel d'histoire et de géographie che ebbe - fino al 1914 - 34 ristampe successive.

Lot 708

Terentius Afer Publius, Velleius Paterculus Caius, Plinius Caecilius Secundus Gaius. Comoediae ad optimum exemplarium fidem recensitae. Tom. I [-II]. Londini: impensis J. et P. Knapton, et G. Sandby, 1751. Due volumi in-8° (mm 226x140). Pagine [26], 208; [2], 209-400, [6]. Ritratto calcografico dell'Autore ai frontespizi, stampati in rosso e nero, 6 tavole numerate incise su rame fuori testo. Legatura coeva in marocchino, cornice a triplo filetto impressa in oro ai piatti, fregi e titoli in oro su tassello ai dorsi a 5 nervi, contropiatti e sguardie in carta decorata, dentelles, tagli dorati, segnalibro in seta azzurra. Ai contropiatti anteriori etichetta ex libris M. Dupleix de Bacquencourt Intendant d'Amiens. SI AGGIUNGE: Velleius Paterculus Caius. Historiæ Romanæ voluminibus duobus. Cum integris scholiis, notis, variis lectionibus et animadversionibus doctorum. Lugduni Batavorum: apud Samuelem Luchtmans, 1719. In-8° (mm 195x110). Pagine [40], 748, [120]. Antiporta calcografica, marca tipografica incisa su legno al frontespizio stampato in rosso e nero, capilettera, testatine e finalini xilografici. Legatura coeva in pergamena, armi e cornice a doppio filetto impresse in oro ai piatti, fregi in oro e titoli manoscritti al dorso, tagli spruzzati in rosso e marrone, strappo restaurabile alla sguardia anteriore. SI AGGIUNGE: Plinius Caecilius Secundus Gaius. Epistolarum libri X. Notis integris Is. Casauboni, Jani Gruteri, H. Stephani, Augusti Buchneri. Lugd. Batav. Roterodami: ex Officina Hackiana, 1669. In-8° (mm 188x112). Pagine [52], 818, [26]. Ritratto calcografico dell'Autore in antiporta, marca tipografica incisa su legno al frontespizio, capilettera e testatine xilografici. Qualche lieve arrossatura, piccola menda all'angolo inferiore di c. Ggg4. Legatura in marocchino, fregi e cornici a filetto in oro ai piatti, fregi e titoli in oro al dorso a 5 nervi, contropiatti e sguardie in carta decorata, dentelles, tagli dorati, Al recto della sguardia anteriore firma di possesso 'George Stracey' (?), al contropiatto anteriore varie annotazioni ad inchiostro tra cui una segnatura. (4) I opera: Elegante edizione delle Comoediae di Terenzio, corredata da 6 tavole calcografiche realizzate dall'incisore tedesco Johann Sebastian Müller che riprendono, con dimensioni ridotte, le illustrazioni di maschere e soggetti teatrali inserite nell'impressione licenziata ad Urbino da Girolamo Mainardi nel 1736. L'ex libris è da riferire a Guillame Joseph Duplerix, signore di Bacquencourt, intendente nella città piccarda di Amiens tra il 1766 e il 1771. II opera: Edizione di questa imponente opera storica, risalente al I secolo, minuziosamente curata dal filologo olandese, bibliotecario dell'Università di Leida, Pieter Burman. Bella antiporta allegorica incisa su rame da François van Bleyswyck su disegno di Hieronymus van der My. III opera: Edizione delle Epistulae curata da Johann Veenhusen, arricchita da antiporta incisa su rame e siglata G. Wingendorp. Brunet IV,716 "Belle édition, et l'une des moins communes de la collection des anciens Variorum"; Dibdin II,331: "This, says Dr. Harwood, is one of the scarcest and most valuable of the octavo Variorum classicsAnd wether we consider the elegance of its typography, the accuracy of the text, or perspicuity of the notes, we shall have equal reason to congratulate ourselves on the acquisition of so elegant and desirable an edition".

Lot 71

Bonnefons Nicolas (de). Le Jardinier François qui enseigne à cultiver les Arbres, & Herbes Potageres; avec la maniere de conserver les Fruits, & faire toutes sortes de Confitures. A Paris: par la Compagnie des Marchands Libraires du Palais, 1665. In-12° (mm 142x75). Pagine [14], 238, [4]. Antiporta calcografica. Marca tipografica incisa al frontespizio. Testatine, iniziali ornate e finalini incisi su legno. Tre tavole a piena pagina incise da François Chauveau. sporadiche e lievi bruniture, tracce di polvere al primo frontespizio. LEGATO CON: Id., Les Delices de la Campagne. Suite du Jardinier Fançois... A Paris, Par la Compagnie des Marchands Libraires di Palais, 1665. Pagine [10], 254, [8]. Antiporta calcografica. Marca tipografica incisa al frontespizio. Testatine, iniziali ornate e finalini incisi su legno. Tre tavole incise fuori testo. Piccola mancanza al margine esterno bianco della carta S2 LEGATO CON: Arnaud d'Andilly Robert, La manière de cultiver les arbres frutiers... A Paris, Par la Compagnie des Marchands Libraires di Palais, 1665. Pagine 132.  Marca tipografica incisa al frontespizio. Testatine e iniziali ornate incise su legno. Leggermente brunito il frontespizio. LEGATO CON: Triquel Robert, Les instructions pour les arbres fruictiers... A Paris, Par la Compagnie des Marchands Libraires di Palais, 1664. Marca tipografica incisa al frontespizio. Testatine e iniziali ornate incise su legno. Legatura coeva in bazzana, dorso a cinque piccoli nervi, scomparti decorati con ferri floreali dorati, doppio tassello con i titoli delle prime due opere. Contropiatti e sguardie in carta caillouté, tagli marmorizzati a identico motivo decorativo. Segnalibro in seta verde. Qualche spellatura al piatto posteriore e in corrispondenza delle cuffie, usura della cerniera anteriore con parziale distacco del piatto. Ottimo esemplare, sporadiche lievi fioriture. Al contropiatto anteriore ex libris del conte di Guigné (inizi del XX secolo); al verso della successiva sguardia ex libris 'Ex Bibliotheca Gastronomica Claudio Benporat'.   Raffinato volumetto che raccoglie quattro trattati dedicati al giardinaggio e alla orticoltura, tutti redatti nel Seicento, l'età d'oro della frutta e dei prodotti dell'orto. La miscellanea si apre con il celebre Jardinier François di Bonnefons, valet de chambre di Luigi XIV. Apparsa per la prima volta nel 1651 in forma anonima e dedicata alle Dames, l'opera di Bonnefons fu riproposta fino al 1701, e nel 1658 ne era stata già pubblicata la traduzione inglese, curata dal botanico John Evelyn. Diviso in tre parti, la terza comprende un nutrito numero di ricette di conserve, confetture e gelatine.  

Lot 710

Thucydides. Gli otto libri... delle guerre fatte tra popoli della Morea, et gli Atheniesi. Nuovamente dal greco idioma, nella lingua thoscana, con ogni diligenza tradotta, per Francesco di Soldo Strozzi fiorentino. In Venetia: appresso Vincenzo Vaugris, al segno d'Erasmo, 1545. In-8° (mm 152x102). Carte [12], 440. Marca tipografica incisa in legno al frontespizio e al verso dell'ultima carta, capilettera xilografici. Gora al frontespizio e primi 3 fascicoli, macchia d'inchiostro all'angolo superiore destro delle prime 20 carte, fori e lavori di tarlo lesivi del testo al frontespizio e alle prime 4 carte. Legatura coeva in pergamena floscia, titoli manoscritti al dorso e nome dell'autore al taglio di piede, macchie ai piatti, fori e lavori di tarlo ai piatti e al dorso, rottura lungo la cerniera anteriore. Al fontespizio nota manoscritta 'via en' e timbro della collezione Gustavo Galletti, al verso della carta di guardia finale ex-libris 'Johannis Bianchi', resti di due diverse etichette con segnatura applicate al dorso. Isolati marginalia lungo il testo, annotazione manoscritta al verso della prima delle due carte di guardia posteriori. Prima rara edizione della prima traduzione italiana dell'opera dello storico greco, redatta dal letterato fiorentino Francesco di Soldo Strozzi. L'opera rappresenta uno dei primi esempi di analisi degli eventi storici secondo il metro della natura umana, con l'esclusione quindi dell'intervento di ogni divinità: essa concretizza dunque l'ideale di storiografia di Tucidide, il quale riteneva che lo storico avesse il compito di fornire, a chi partecipava e guidava la vita politica della comunità, gli strumenti per interpretare il presente e prevedere gli sviluppi futuri dei rapporti tra le poleis. Al 1545 è datata la prefazione di un'altra impressione veneziana di questa stessa traduzione – stampata da Baldassar de Costantini (Adams, T684) – ma l'edizione Valgrisi è considerata la princeps. Del traduttore, il letterato fiorentino Francesco di Soldo Strozzi, è anche l'epistola dedicatoria Al Magnanimo Signor Cosimo de Medici Eccellentissimo Duca di Fiorenza. STC, 672; Brunet V, 849.

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