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German Political History - Heppenheimer Versammlung October 10th 1847 - a 19th century German papier mache waisted circular snuff box, the cover transfer printed with titled portraits of Adam von Itzstein, Adolf Sander, Bassermann and Thwelcker, 9cm diam, c.1848 The Heppenheim Program was a meeting of South German and Prussian Rhineland liberals to discuss their call for a German nation-state and the abolition of feudalism and serfdom. The meeting was in response to the radical democrats Offenbach Program of September 12th 1847.
Alighieri Dante. Comedia... con l'espositione di Christophoro landino: nuovamente impressa: e con somma diligentia revista & emendata: & di nuovissime postille adornata. (Al colophon:) Stampato in Venetia: per Iacob del Burgofranco, pavese. Ad instantia del nobile messere Lucantonio giunta, fiorentino, 1529 a di XXIII di genaro. In-folio (mm 303x210). Carte [12] (mancanti), CCLXXXIX (di CCXCV mancano cc. b2, b7, e1, e2, e7, e8). Illustrazioni e capilettera xilografici. Diffuse tracce di polvere, molte carte con reintegri sui margini, gore e arrossature. Legatura coeva in pergamena floscia con ampi restauri integrativi ai piatti, titoli manoscritti al dorso, abrasioni. Marginalia. Esemplare scompleto di questa edizione del poema dantesco, nota per la cura tipografica e per la riproduzione - salvo qualche rara eccezione - del testo aldino del 1502 (vd. lotto 121) accompagnato dal commento del Landino. Il formato in folio e l'utilizzo del carattere romano richiamano la tradizione editoriale quattrocentesca della Commedia. Edit16 1159; Sander, 2326. Lotto non passibile di restituzione.
Theocritus. Tade enesti en teide tei bibloi. Theokritou Eidyllia tout'esti mikra poiemata triakonta [graece]... (Al colophon:) Impressum Venetiis: characteribus ac studio Aldi Manucii Romani, febbraio 1496. In-folio (mm 295x191). Carte [140]. Segnatura: A-ΔD 8, EE-ΘG6, ZZζζ10, AAαα-ΔΔδδ8, EEεε6, αa-βb8, γc10, δd-εe8. Stampato interamente in caratteri greci (Gk1), ad eccezione della lettera dedicatoria che presenta caratteri romani rotondi (R 3.83). Con 40 capilettera xilografici, 38 testatine e interlazzi xilografici da 8 legni. Esemplare in ottimo stato di conservazione, note di possesso anticamente eliminate alle carte AA1 ed εe8, leggere fioriture, lieve alone all’angolo superire di alcune carte. Legatura d’amatore in cuoio in stile rinascimentale. Ex-libris ‘L.A’ al contropiatto anteriore, piccoli marginalia manoscritti in greco; al verso della sguardia posteriore nota di possesso manoscritta e iscrizione in inchiostro marrone: ‘Cette édition précieuse est très recherchée ò cause de sa raritè. Cet exemplaire est du premier tirage, le dernier feuillet du cah. Ce étant en blanc. V. Brunet à l’art: théocrite’. Editio princeps di 12 Idilli di Teocrito, delle Sentenze dei Sette Sapienti di Teognide, della Teogonia di Esiodo e seconda edizione di 18 Idilli, delle Opere e I Giorni di Esiodo (pubblicati nel 1480 a Milano da Bono Accursio), dei Versi di Pitagora e di Phocylides (apparsi per la prima volta nel Lascaris aldino). Edizione bellissima, rara e ricercata, in esemplare in prima tiratura, privo delle correzioni apportate ai quaderni F e G in corso di stampa. Il valore filologico del testo, curato dallo stesso Aldo e da Francesco Roscio, unito alla bellezza dei fregi silografici, che indussero Sander ed Esseling ad inserirla nei loro repertori, rendono questa edizione una delle più belle impresse da Aldo. L’antologia dei componimenti greci è preceduta da una lettera dedicatoria scritta da Aldo e indirizzata al suo insegnante, Benedetto Guarino, nella quale l’editore si scusa per le numerose imperfezioni che il testo riporta, sottolineando come la sua costante ricerca di perfezione testuale sia stata ostacolata dalla mancanza di manoscritti attendibili. Nonostante Aldo concluda dichiarando come, a suo avviso, fosse preferibile pubblicare un testo, seppur impreciso, piuttosto di niente, nel caso degli Idilli di Teocrito egli optò per una collazione del materiale in suo possesso con un manoscritto appena acquisito (oggi Vaticanus Graecus 1311), e sostituì i passi maggiormente corrotti in una successiva edizione che vide la luce quello stesso anno, correggendo le carte ZF1-ZF2 e sostituendo le carte ZF5-ΘG6. BMC V, 554 (IB. 24402-8); Essling, 888; Goff-T-144; HAIN 154577; IGI 9497; Laurenziana n.7; Proctor, 5549; Sander 7235; Staikos, Charta of Greek Printing, Cologne, Dinter, 1998, p.337; Renouard, 5.3; Ahmanson-Murphy, 7.
Chiesa Cattolica. Liber sacerdotalis nuperrime ex libris Sancte Romane ecclesie et quarundam aliarum ecclesiarum: et ex antiquis codicibus apostolice bibliothece: et iurium sanctionibus: et ex doctorum ecclesiasticorum scriptis... (Al colophon:) Venetijs: Victor a Rabanis & socij excudebant, 1537. In-4° (mm 210x151). Carte [4], 351, [1]. Vignetta xilografica al frontespizio, marca incisa su legno in fine, illustrazioni nel testo e capilettera xilografici. Testo in rosso e nero. Tracce di polvere e gora al frontespizio, arrossature, qualche alone sul margine di alcune carte, lavoro di tarlo al margine inferiore del fascicolo II, primo fascicolo allentato. Legatura coeva in pergamena con dorso rinforzato, sempre in pergamena, abrasioni agli angoli e lungo i bordi dei piatti, resti di bindelle, piccolo strappo alla cuffia di testa. Firma di appartenenza al frontespizio 'Guidi Ubaldi Carsughij 1665', note manoscritte al contropiatto anteriore. Seconda edizione, la prima risale al 1523, di questo 'prontuario' composto dal domenicano Alberto da Castello ad uso dei sacerdoti attivi - nel secolo XVI - nell'opera di proselitismo e conversione di ebrei e musulmani. L'Autore vi aveva raccolto e ordinato i principali rituali della Chiesa cattolica, in particolare il battesimo, sacramento fondamentale: per questo motivo il Liber divenne stumento anche per i domenicani inviati a convertire le popolazioni autoctone nel Nuovo Mondo. Il testo, rimaneggiato e codificato, diventerà il classico Rituale romanum. Utile e propedeutico alla predicazione doveva senza dubbio essere l'apparato iconografico con episodi tratti dal Nuovo Testamento o scene liturgiche, così l'illustrazione della mano con le note di Guido D’Arezzo e le decine di pagine di musica notate. Sander, 3951; Essling, 2203; Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna II, p. 10; Sarti, 1095.
Caesar Gaius Iulius. Commentarii... tradotti in volgare per Agostino Ortica della Porta genovese. (Al colophon:) Stampato in Venetia: per Iacopo penzio da Lecho, 1517. 8° (mm 150x100). Carte [8], 295. Manca l’ultima carta bianca. Quattro vignette silografiche alle carte [croce]7v-[croce]8r, corredate dalle iscrizioni ‘VINEA’, ‘ARIETE’, ‘TESTVDINE’, ‘PONTE DE CAESARO’. Spazi bianchi per capitali, con letterine guida. Carte brunite; aloni, piccole macchie e tracce d’uso, in particolare alle prime carte. Diffuse fioriture, gore al margine interno e inferiore, più evidente quella alle ultime carte. Legatura coeva veneziana, in marocchino bruno su piatti in cartone e decorata a secco. Piatti inquadrati in filetti multipli e due cornici a ghirlanda. Nello spazio centrale, foglie aldine agli angoli e elemento composto da foglie persiane. Due fori per bindelle al lato lungo. Dorso a tre nervi poco rilevati, scomparti decorati con intreccio di filetti. Qualche spellatura, fessurata la pelle al nervo centrale, con qualche piccola mancanza; parziale distacco alle cuffie, più marcato in corrispondenza di quella di testa. Al frontespizio ripetuta due volte la nota di possesso cinqucentesca ‘Di M L Silvestro banchinij’; la stessa mano ha vergato alcune lettere all’intitolazione. Al verso del frontespizio la nota ‘Questo Libro e di M L Saluestro Banchini [?] Judice del comesario di Pisa’. Antico sigillo al frontespizio e al recto della seconda carta, dove è visibile anche il monogramma ‘T C’, in inchiostro bruno. Altra nota di possesso, datata 1696, alla carta del colophon. Volgarizzamento dei Commentarii dovuto al genovese Agostino Ortica della Porta, fedele collaboratore del tipografo di origine lombarda Giacomo Penzio, e corredato di quattro belle vignette silografiche raffiguranti macchine da guerra romane. Esemplare in sobria legatura veneziana, decorata al centro dei piatti da ferro a foglia persiana, tra gli elementi decorativi più usati al tempo, frutto della collaborazione tra artigiani locali e orientali. Essling, 1732; Sander, 150.
Colonna Francesco. La Hypnerotomachia di Poliphilo, cioe pugna d’amore in sogno. Dov’egli mostra, che tutte le cose humane non sono altro che sogno: & doue narra moltr’altre cose degne di cognitione. (Al colophon:) In Vinegia: in casa de' figliuoli di Aldo, 1545. In-folio (mm 285x195). Carte [234]. Segnatura: Ï€4 a-y8 z10 A-E8 F4. Àncora aldina incisa su legno al frontespizio e al verso dell'ultima carta. Illustrato da 170 illustrazioni xilografiche, nove delle quali a piena pagina. Minime arrossature a poche carte ma ottimo esemplare. Legatura moderna in pergamena su cartone, titolo manoscritto al dorso, tagli spruzzati. Rara e splendida seconda edizione del Sogno di Polifilo, definita da Sander 'plus rare que l'edit. originale'. Questo romanzo d'amore allegorico, il più celebre libro illustrato del Rinascimento, è attribuito al frate domenicano del convento di San Zanipolo Francesco Colonna, identificabile dall'acrostico composto dai 39 capilettera che ornano il testo. Scritto in un linguaggio ibrido tra italiano e latino, irto di simbolismi, di allusioni erudite e di riferimenti antiquari, il romanzo rappresenta  'una delle opere più bizzarre e controverse della nostra letteratura' (Govi, Classici, 41) e la sua eccezionalità risiede anche nelle raffinate silografie che adornano il testo. Per questa seconda edizione vennero reimpiegati i legni della princeps del 1499, eccetto che per sette, danneggiati o mancanti. I sette legni ridesignati e nuovamente intagliati sono presenti alle carte b4v, b5r, e2v, e5r, o3v, q5v, e x2r. Mortimer, Italian, 131; Sander, 2057; Renouard, 133.14: "Réimpression de l'édition de 1499, qui diffère de celle-ci en ce qu'elle a le titre en latin, les initiales des 38 chapitres en lettres fleuronnées, gravées en bois, et la plupart des inscriptions répandues dans l'ouvrage, en capitales, et d'une meilleure ordonnance. Le papier est beaucoup meilleur; et les singulières figures en bois dont ce livre est rempli, sont nettes et vigoreuses"; Ahmanson-Murphy, 335.
. Opus pulcherrimus Chiromantie cum multis additionibus noviter impressum. Venezia: Bernardinus Benalius, [1500 ca.]. In-8° (mm 193x130). Segnatura: a-d8. Carte [32], seguite da 70 carte bianche legate successivamente. Carattere gotico su 31 linee. Spazi bianchi con letterine guida. 21 illustrazioni xilografiche ritraenti la mano e le sue linee. Esemplare in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture, un foro alla carta b5 che non lede né il testo né il legno. Legatura novecentesca in vitello bruno, piatti inquadrati da cornici concentriche impresse a secco e in oro, quattro gigli stilizzati impressi in oro agli angoli esterni della cornice che delimita lo specchio centrale, gli stessi ferri, impressi a secco, all’interno dello specchio. Dorso a cinque nervi, titolo breve impresso in oro al secondo scomparto, i rimanenti decorati da ferri dorati. Tagli dorati. Contropiatti e sguardie in carta marmorizzata. Al recto della sguardia anteriore nota manoscritta ‘Southesk 1862’; ex libris di James Carnegie, IX conte di Southesk (1827-1905) al contropiatto anteriore. Unica copia completa conosciuta di questa edizione di questo celeberrimo trattato di chiromanzia, stampato da Bernardino Benali, il tipografo veneziano celebre per le sue edizioni illustrate. Originariamente licenziata dai torchi di Benali il 15 luglio 1486, la Chiromatia venne ricomposta e ristampata dallo stesso tipografo nell’ottobre del 1493, il 25 novembre 1499 e nella presente edizione, priva di data di stampa, ma impressa dopo il 1500. Il nostro esemplare, appartenuto a James Carnegie, potrebbe essere stato acquistato, basandosi sulla data apposta dallo stesso conte di Southesk alla sguardia anteriore del volume, dalla storica libreria londinese T.& W. Boone, che descrive il volume, originariamente legato in pergamena, al numero 199 del catalogo di vendita Catalogue of a very choise selection of Rare and Valuable Books del 1862; l'esemplare è poi stato venduto all’asta Sotheby’s, Earl of Southesk sale, 18 Ottobre 1954, lotto 259. Sander, 1943; Baroncelli, App. I, 1; IGI VI 125; GW 0664210N.
Meli, Antonio. Libro de vita contemplativa: lectione: meditatione: oratione: contemplatione: scala dil paradiso. Brescia, Giovanni Antonio Bresciano, 1527. In 4° (208 x 150 mm); [22], 434, [12] carte. Frontespizio entro bordura con grande vignetta xilografica, 3 xilografie a piena pagina, numerose figure e vignette xilografiche nel testo, in parte ripetute (piccolo restauro sul verso del frontespizio, aloni su 1 carta, alcune carte corte in testa.) Legatura coeva in piena pelle testa di moro (piatti e parte del dorso nuovi). Esemplare fresco di questa rara prima edizione. Alcune delle xilografie si basano su quelle usate nella bibbia di Malermi del 1493 e nelle Deche di Tito Livio, sempre del 1493. Sander 4489; Olschki, Choix 4843. € 2000
Virgilio. La Eneide di Virgilio tradotta in terza rima. Venezia, Bernardino Vitali e Giovanni Maria Boselli, 1532. In 8° (145 x 94 mm); [271] carte. Frontespizio entro bordura figurata xilografica, ritratto dell’autore sul verso della terza carta, marca di Boselli in fine (frontespizio foderato, manca l’ultima carta bianca, piccoli difetti.) Legatura di fine secolo XVIII in pieno vitellino con fregi fitomorfi e titolo in oro su tassello al dorso liscio, tagli a spruzzo rosso. Rara prima edizione della prima traduzione italiana in versi dell’Eneide a cura di Tommaso Cambiatore. Sander 7646; Essling 66. € 200
A green glazed pottery inkstand, possibly mid 19th century French, the removable sander and inkwell in receivers on an altar like plinth moulded with four saints in round arches raised above and before the deep pen tray, the sides moulded with grotesques, 18cm (7 in) wide (3) (D) There are old chips which have been tidied by a restorer and minor new ones

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