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Coppa Faenza, bottega di Enea Utili, terzo quarto del ‘500 , - Maiolica [...]
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Genova
Descrizione
Coppa Faenza, bottega di Enea Utili, terzo quarto del ‘500 , Maiolica policroma. Altezza cm 7 circa; diametro cm 24. Conservazione: insignificanti felature e cadute di smalto di cui una ripresa in restauro al bordo La foggia dell’opera risponde a quella della coppa umbonata con ampia parete modellata a conchiglie e mascheroni, che sul bordo danno luogo ad un profilo ondulato (“crespina”); il piede è alto e a parete svasata. Sul recto, all’interno di un medaglione circolare corrispondente all’umbone, in primo piano è raffigurato un amorino ignudo: ha le ali, è seduto su un poggiolo e con la destra stringe un sottile virgulto fogliato; sullo sfondo si intravedono alti picchi montuosi. La restante superficie della parete ospita una decorazione “a quartieri”, impostata su uno schema simmetrico con sei partizioni come petali cuspidati entro cui sono disposte foglie di acanto, che all’esterno si alternano a settori con mascheroni, delfini e foglie (Fig. a). Sul verso la superficie presenta larghe fasce e filettature concentriche che evidenziano il modellato della coppa, mentre il piede risulta solo smaltato (Fig. b). Dipinta in arancio, blu, giallo e verde. Questa coppa, sia nell’aspetto morfologico sia nella veste decorativa, è compiuta espressione della raffinata classe di maioliche dette “a quartieri” 1, che a Faenza registra la sua massima espansione nel terzo quarto del ‘500, come confermano innumerevoli opere datate, a partire dal “1543” di una coppa del Museo di Stoccarda. Con questa veste si cimentarono le più prestigiose botteghe di Faenza: Calamelli, Bettisi e Utili. Quest’ultima bottega, della quale si hanno notizie dal 1542 al 15862, va ricordata per alcune “crespine” della stessa foggia di questa in esame, che portano la data “1570”, ed altresì per la canonica figura dell’amorino alato e seduto che porge un virgulto, come, ad esempio, in una simile coppa, dotata della sigla della bottega Utili, “AEN.V.”, del Museo di Faenza3, nella quale sono presenti analoghi mascheroni dall’espressione ridente (Fig. c). 1 RAVANELLI GUIDOTTI 1998, pp. 366-391. 2 RAVANELLI GUIDOTTI 1996, pp. 3 RAVANELLI GUIDOTTI 1998, scheda 95, pp. 380-381. Bibliografia RAVANELLI GUIDOTTI 1998 RAVANELLI GUIDOTTI C., Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998 RAVANELLI GUIDOTTI 1996 RAVANELLI GUIDOTTI C., Faenza- faience Bianchi di Faenza, Ferrara 1996.
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Coppa Faenza, bottega di Enea Utili, terzo quarto del ‘500 , Maiolica policroma. Altezza cm 7 circa; diametro cm 24. Conservazione: insignificanti felature e cadute di smalto di cui una ripresa in restauro al bordo La foggia dell’opera risponde a quella della coppa umbonata con ampia parete modellata a conchiglie e mascheroni, che sul bordo danno luogo ad un profilo ondulato (“crespina”); il piede è alto e a parete svasata. Sul recto, all’interno di un medaglione circolare corrispondente all’umbone, in primo piano è raffigurato un amorino ignudo: ha le ali, è seduto su un poggiolo e con la destra stringe un sottile virgulto fogliato; sullo sfondo si intravedono alti picchi montuosi. La restante superficie della parete ospita una decorazione “a quartieri”, impostata su uno schema simmetrico con sei partizioni come petali cuspidati entro cui sono disposte foglie di acanto, che all’esterno si alternano a settori con mascheroni, delfini e foglie (Fig. a). Sul verso la superficie presenta larghe fasce e filettature concentriche che evidenziano il modellato della coppa, mentre il piede risulta solo smaltato (Fig. b). Dipinta in arancio, blu, giallo e verde. Questa coppa, sia nell’aspetto morfologico sia nella veste decorativa, è compiuta espressione della raffinata classe di maioliche dette “a quartieri” 1, che a Faenza registra la sua massima espansione nel terzo quarto del ‘500, come confermano innumerevoli opere datate, a partire dal “1543” di una coppa del Museo di Stoccarda. Con questa veste si cimentarono le più prestigiose botteghe di Faenza: Calamelli, Bettisi e Utili. Quest’ultima bottega, della quale si hanno notizie dal 1542 al 15862, va ricordata per alcune “crespine” della stessa foggia di questa in esame, che portano la data “1570”, ed altresì per la canonica figura dell’amorino alato e seduto che porge un virgulto, come, ad esempio, in una simile coppa, dotata della sigla della bottega Utili, “AEN.V.”, del Museo di Faenza3, nella quale sono presenti analoghi mascheroni dall’espressione ridente (Fig. c). 1 RAVANELLI GUIDOTTI 1998, pp. 366-391. 2 RAVANELLI GUIDOTTI 1996, pp. 3 RAVANELLI GUIDOTTI 1998, scheda 95, pp. 380-381. Bibliografia RAVANELLI GUIDOTTI 1998 RAVANELLI GUIDOTTI C., Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998 RAVANELLI GUIDOTTI 1996 RAVANELLI GUIDOTTI C., Faenza- faience Bianchi di Faenza, Ferrara 1996.
Majolica and Porcelain (Genova)
Sale Date(s)
Indirizzo della sede
Mura di S. Bartolomeo
16
Genova
16122
Italy
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