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POSTCARDS - HUNTING (DEVON) Twenty-nine real photographic cards, most (twenty-two) by Humphries of Axminster and of Cotley Hunt or Culmstock Otterhounds interest, including 'The Meet at Lamberts Castle 6.4.09'; 'The Meet of the C. O. H. Charmouth'; 'East Devon Foxhounds'; 'Abbey Gate'; 'The Meet, Chattan Hall'; and 'Colyton Fete & Sports', (loose).
[OO GAUGE]. A HORNBY DUBLO COLLECTION comprising a No.EDL11, B.R. Class A4 4-6-2 tender locomotive 'Silver King', 60016, lined gloss green livery, three-rail, unboxed; No.EDL7, L.M.S. Class N2 0-6-2 tank locomotive, 6917, black livery, three-rail, in incorrect box; and assorted rolling stock and accessories, including a S.R. Meat Van, some boxed; together with an O gauge Dinky Figure Set No.3, Passengers, plus additional figures, boxed as one.
COLLECTION OF ALESSI DESIGNER ACCESSORIES to include a 'Hooktoo' 90049/SH60 wall shelf by Philippe Starck in original box; a Philippe Starck designed mechanical pencil in original packaging; a 'Germano' AHC01 O shoehorn designed by Harry & Camila, 22cm long; a 'Pig Pencil' MG105 R pencil sharpener designed by Massimo Giacon in original box; and an Alessi 'Folpo' hand mixer and measure designed by Marta Sensoni, 25cm high (5)
A Lalique silver, glass and diamond ring, the central silver cabochon set with seven mili diamonds, surmounted by two further glass cabochons, stamped 'Lalique 56 925', ring size O, together with a Lalique silver and glass ring, the large circular clear glass disc moulded with swallows, stamped 'Lalique 925' to underside, ring size O, disc 3.5cm diameter (2)
A 9ct gold ruby and diamond ring, set with three marquis cut rubies and four mili diamonds, 1.2g, ring size O, together with a 9ct gold smoky quartz and diamond ring, the large central quartz flanked by two mili diamonds either side, 1.7g, ring size N, and a 9ct gold and amethyst half eternity ring, with nine round cut amethysts in channel setting, 0.9g, ring size O (3)
Ernesto Fiori (1843-1894), Monumento alle Cinque Giornate di Milano, 1895 bronzo parzialmente dorato, rame, marmo cm 67x23x20 Il bronzetto è una riduzione del monumento alle Cinque Giornate di Milano, opera di Giuseppe Grandi, realizzato in bronzo patinato e parzialmente dorato, con il fusto dell’obelisco in rame e la base in marmo. Proveniente da una collezione privata di Milano, si presenta in buone condizioni di conservazione, anche se registra due piccole scheggiature sulla base, la perdita della tromba della figura della Fama e di alcuni raggi della stella di coronamento, inserita nella sommità tramite un perno amovibile. Le vicende che portarono all’erezione del monumento sono note e sono state oggetto di ricostruzioni dettagliate anche in anni recenti. Già all’indomani delle gloriose giornate che, dal 18 al 22 marzo del 1848 avevano portato la popolazione di Milano a sollevarsi contro l’ormai intollerato dominio austriaco cacciando l’esercito dalla città, il Governo Provvisorio aveva decretato, il 6 aprile, di erigere un monumento che onorasse la gloriosa rivolta, sul luogo di Porta Tosa, ribattezzata per l’occasione Porta Vittoria, ma il successivo ritorno degli austriaci, seguito alla fallimentare Prima guerra d’indipendenza guidata da Carlo Alberto di Savoia, costrinse ad abbandonare questi propositi. L’idea mai sopita poté essere recuperata solo dopo l’annessione della Lombardia al Piemonte (1859), inizialmente dedicando ai martiri la seicentesca colonna del Redentore, o del Verziere, sulla cui base vennero apposte le targhe con i nomi dei caduti. Nel 1873 i giornali di Milano, su iniziativa del “Pungolo” aprirono una sottoscrizione pubblica per il monumento, il cui concorso fu infine indetto dal Comune nel 1879, con lo stanziamento di mezzo milione di lire, frutto di sette anni di sottoscrizioni per una nuova porta civica che sostituisse il modesto arco piermariniano e celebrando i gloriosi fatti del 1848. Opera di Luca Beltrami, il progetto vincitore -un’alta torre impostata su un arco- suscitò tali polemiche tra l’opinione pubblica, i Comitati dei Veterani e la Commissione stessa per il monumento, da costringere la Giunta a bandire un nuovo concorso, a cui prese parte, inaspettatamente, anche Giuseppe Grandi: “il concorso, è vero, era per un’opera architettonica – un arco – ma il Grandi diceva: ‘che importa! Se il mio progetto è bello e sentito dal pubblico, scultorio o architettonico, si imporrà” ricorderà più tardi Ferdinando Fontana. E infatti il bozzetto di Grandi, presentato con il motto “Cinque Giornate”, riscosse un enorme successo, di pubblico quanto di critica. “Egli ha gettato in concorso un pezzo mastodontico, un oggetto d’arte di un valore eccezionale”, “la novità del concorso è un bozzetto di Giuseppe Grandi, la più bella cosa che egli ha modellata sinora, un’opera d’arte originale tutta vita e animazione”, “il vero, il solo monumento possibile, quello del piccolo Grandi, che è riuscito a schiacciarli tutti”, scrissero i giornali, tanto che il concorso venne dichiarato nullo e l’incarico affidato a Grandi, anche grazie all’appoggio di Camillo Boito e del sindaco Belinzaghi. Firmato nel 1882 con l’improbabile impegno a finire l’opera per il 1886, Grandi dedicherà quattordici anni, gli ultimi della sua vita, al monumento, opera della maturità e capolavoro della sua carriera, destinato a restare forse il monumento scultoreo più importante e originale dell’Ottocento italiano. Lo scultore non risparmiò fatica né denaro: modificò il bozzetto iniziale allungando l’obelisco e sostituendo l’altare sommitale con una stella, sostituì il comune granito di Baveno del basamento con un pregiato marmo di Svezia, realizzò il fusto dell’obelisco interamente in bronzo anziché in pietra come richiesto. Progettò la piazza, la cancellata, la cripta, la sua porta in bronzo e financo la chiave che la apre, acquistò uno studio più grande all’Acquabella, impiantò una fonderia per fondere da solo i bronzi, realizzando ogni figura con una gittata unica, invece che in pezzi separati. Per scrupolo di verità modellò ogni figura con una modella diversa, acquistò un’aquila in Austria e andò fino ad Amburgo per procurarsi un leone da studiare dal vivo, il mitico Borleo, che divenne presto un elemento di colore dello studio di Grandi e oggetto di satira da parte della stampa cittadina. Pur se attentamente controllati dalla Commissione presieduta dallo stesso Beltrami, i lavori procedettero a rilento: alla fine Grandi completò il monumento nell’autunno del 1894, ma non riuscì a vedere l’inaugurazione del suo sospirato capolavoro, prevista per il marzo successivo, in occasione del quarantasettesimo anniversario delle Cinque Giornate, perché morì il 30 novembre 1894, a cinquantuno anni. La morte dell’artista fu molto sentita sia dalla popolazione della nativa Valganna, sia da quella di Milano, che avrebbe voluto seppellire lo scultore al Cimitero Monumentale o, ancora meglio, nella cripta del “suo” monumento, come richiesto dallo stesso Grandi. Tanto che l’8 dicembre, due giorni dopo il funerale, il monumento venne eccezionalmente scoperto per alcune ore, per poi essere ricoperto fino al 18 marzo 1895. Quel giorno il monumento fu ufficialmente inaugurato con una celebrazione che durò fino al 22 marzo, ultima giornata della vittoriosa rivolta: furono cinque giorni di grandi festeggiamenti, caratterizzati da una enorme partecipazione popolare e da una serie infinita di iniziative, di cui i quotidiani dell’epoca resero conto con minuzia di particolari in articoli, immagini, pubblicazioni dedicate ed edizioni straordinarie, descrivendo il grande corteo e il discorso del sindaco Vigoni e dei veterani, la solenne traslazione delle salme dei martiri dalla cripta della chiesa dell’Annunciata all’Ospedale Maggiore e dalla chiesa di Santa Maria del Carmine nel cripta del monumento, il tiro a segno e i sui premi, la fiera di Porta Vittoria e le ricche luminarie, la composizione di un dramma in milanese e della Fantasia eroica del maestro Guarnieri. Ciò che assicurò all’opera questo successo fu la capacità di Grandi di equilibrare il dato reale e quello simbolico, il naturalismo e l’estrema libertà e fantasia della composizione, che recuperava il movimento e la dinamicità del barocco: “l’idea è potente; intorno ad un piedistallo […] vivono, per così dire respirano, si agitano, le allegorie delle Giornate ansiose ed eroiche. L’autore (cosa tanto difficile e rara) seppe destare nel simbolo la passione della realtà, senza scendere per ciò dall’altezza della rappresentazione ideale del fatto, anzi incarnando codesta rappresentazione con fantasie liberissime”. Grandi aveva creato un sistema simbolico complesso ma di immediata comprensione, rappresentando ogni giornata in una figura femminile, con una capacità di restituire l’individualità di ognuna e preservando il valore dell’insieme, che trova una testimonianza di rara efficacia nelle parole di Fontana: “rugge il leone a svegliare la coscienza di un popolo, ad incutere rispetto ai tiranni. Vola la Prima Giornata, con un sasso nella destra, a suonar la campana d’allarmi – la Prima giornata, incarnata in una figura di donna poderosa e nervosa al tempo stesso, la vera Dea delle barricate, dalla treccia opima, che le guizza sul dorso ignudo come un serpente nell’ira. Piange la Seconda Giornata sui morti e sui feriti. Accorrendo fra le pietre smosse e gli ingombri d’una barricata […] urla la Terza Giornata, dalle proporzioni colossali, chiamando ad un impeto supremo tutti i cuori e tutte le armi; […] S’aderge al cielo la Quarta Giornata, quasi sollevata dal soffio della speranza. E dà fiato alla tromba vittoriosa la Quinta, intanto che, presso di lei, colle ali aperte, l’aquila unisce il suo grido allo squillo, come in atto di spiegare il volo per recare al modo questa santa e gloriosa notizia: la giustizia ha trionfato!”.
Francesco Messina (1900-1995), Ritratto di un vagabondo (Giacan) 1933 Bronzo a cera persa, cm 33x23x28 firmato F. Messina, Pubblicato su: Francesco Messina, Sculture, Disegni e poesie 1916 - 1993, pag 127 e 342 Esposizioni: Roma, 1935, sala III, n. 14 L'anziano uomo ritratto in questa piccola testa bronzea è quel "Giacan" che il poeta e narratore Giovanni Descalzo (...) descrive come il vagabondo che "non ha mai dormito a letto e non potrebbe prendere sonno se in tasca gli fosse rimasto un ventino dei guadagli giornalieri raggranellati come stalliere o dando una mano ai marinai" e che "non riesce a capire come u sciu Mexin-na abbia potuto scegliere proprio lui". La scelta, in realtà, non è affatto sorprendente perchè proprio a Sestri Levante, a contatto con l'umanità semplice e umile dei pescatori e marinai, l'arte di Messina conosce la sua fase di maggiore realismo. (...) Nel 1935 la galleria dei personaggi di Sestri Levante sarebbe approdata alla Quadriennale romana e De Scalzo, nel suo scritto, pregusta il momento in cui (...) "tutta una folla di pescatori e gandulli della marina" sarebbero andati a popolare con la loro palpitante vitalità "una vasta sala della grande esposizione" segnando il trionfo "dei beduini, degli scioani, sulle mezze marsine" e, dunque. la vittoria di tutto il paese. Per non perdersi l'evento, secondo De Scalzo, a Roma, magari con un treno popolare, sarebbe andata tutta la tribù, persino Giacan
POSTCARDS - ASSORTED Approximately 440 British and foreign topographical and other cards, including real photographic views of Walker Barnard's Shire Horse Show & Sale, 1913; Marine Drive West, Barton-on-Sea; Hockerill Street, Bishop's Stortford; Westgate, looking east, Guisborough; Biggar Road, Symington; and the P. & O. 'stratheden', (album and loose; many modern).
A gold and enamel oval snuff box, maker’s mark NC over Q A gold and enamel oval snuff box, maker s mark NC over Q , with prestige marks including the charge of Julien Alaterre and date letter O, probably Hanau, late 18th century, the lid inset with a late 19th century enamel plaque painted with a lady and her pet bird within a translucent green border, engraved bezel, the reserve, side and base enamelled with bands of translucent chartreuse green overlaid with gold rope twist, divided by narrow paired bands of opaque turquoise, the mounts chased with rosettes and green-enamelled leafy swags, 6.7cm wide Provenance: purchased pieces in Germany in the 1920s, and later in New York in the 1940s ** This lot is subject to 5% Temporary Import Duty and the buyer must pay Temporary Import Duty on both the hammer and the buyer's premium at a rate of 5%.
An 18 carat gold opal and ruby brooch by John Donald An 18 carat gold opal and ruby brooch by John Donald, the pierced abstract surround centred with circular and oval cabochon opals in claw settings, with oval cut ruby accents, stamped with maker's mark JAD and hallmarked London 1970, 5.6cm long, with a John Donald box; together with a matching opal dress ring, unmarked, finger size O, in John Donald ring box
A natural Fancy Intense orange yellow diamond and diamond ring A natural Fancy Intense orange yellow diamond and diamond ring , the pear cut intense fancy orange yellow diamond, weighing 1.55 carats, flanked by trapeze cut diamond shoulders, finger size O 1/2 Offered for sale with AnchorCert Diamond Report, No 1/15827-001, dated 6 October 2008, stating: Weight; 1.55ct Clarity; I1 Comments; Natural Diamond of Natural Colour Fancy Intense Orange Yellow
A sapphire and diamond ring, the oval shaped cabochon Burmese sapphire A sapphire and diamond ring, the oval shaped cabochon Burmese sapphire, stated to weigh 12.36 carats, in a four claw setting, within a surround of brilliant cut diamonds, approximately 1.20 carats total, stamped 14K , finger size O Offered for sale with an Istituto Gemmologico Nazionale Coloured Gemstones Report no. 20279, Rome, 08/April/2015, stating: Comments - No indication of treatment Origin - Burma - Myanmar
George V Indian General Service medal with one clasp - North West Frontier 1930 - 1931, named to F / O. L. Newcombe. R.A.F., together with two Pilots' log books, dating from 3rd September 1926 until 21st March 1938. They contain details of Flying Officer Newcombe's R.A.F. career, including bombing runs and on one occasion , being shot through his petrol tank. Also, a photograph album full of photographs of India from the air, along with various shots of aircraft and two letters from Indian servants to Flight Officer Newcombe contained within. A nice inter-war years R.A.F. collection
A Victorian 9ct gold ring set with seed pearls and turquoise within a frilly mount the sides being etched in a foliate manner. Good hallmarks for Birmingham. weight 1.7g Size O.5 FREE UK POSTAGE ON ALL LOTS INCLUDING COMBINED PURCHASES ( ECONOMY UN-INSURED 2ND CLASS). 48HR TRACKED AND RECORDED SERVICE £6.99+VAT. OVERSEAS PLEASE VIEW WEBSITE FOR DETAILS
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