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An aquamarine and diamond platinum ring, set to the centre with an emerald cut aquamarine, milled setting, stone weight approx 0.70ct, to a pieced decorative border set with small round cut diamonds, diamond weight approx 0.20ct, setting approx 15mm, stamped Plat, size O, total gross weight approx 3.6gms Condition report: Good- all stones present and intact, minor wear and tear only
TWO 9CT GOLD DRESS RINGS comprising a white single stone, size O, and a keeper ring, size S, total gross weight 4 grams Condition Report : some thinning to shank on keeper ring, single stone very good Condition reports are offered as a guide only and we highly recommend inspecting (where possible) any lot to satisfy yourself as to its condition.
[O GAUGE]. TWO LINESIDE BUILDINGS comprising a three-road locomotive shed, of two-part, principally medium density fibreboard construction, with a stone-effect finish to the front elevation and one side elevation, overall 71cm long (inclusive of fixed open doors); together with a coaling tower, 54cm high, (2).
AN 18CT GOLD WHITE STONE RING the fancy twist front with six white stones, shank stamped 750, size O, gross weight approx. 4.0 grams Condition Report : Good, wear and tear only Condition reports are offered as a guide only and we highly recommend inspecting (where possible) any lot to satisfy yourself as to its condition.
17 x Pop / Rock LPs together with 5 x 12 " singles. To Include, Bay City Rollers (2) - Rollin'. Wouldn't You Like It ?. Julia Fordham - Julia Fordham (CIRCA 4). Art Garfunkel - The Art Garfunkel Album. Meat Loaf - Dead Ringer (EPC 83645). Freddie Mercury - Mr Bad Guy. Monty Python - Live At The Theatre Royal, Drury Lane. Sade - Diamond Life (EPC 26044). Wham - Fantastic. Chromium - Fly On UFO (INFT107). KC & The Sunshine Band (TA3017). McFadden & Whitehead - Aint No Stopping Us Now (2Z83675). Alexander O Neal - Hearsay. Royal House - Can You Party (CHAMP X12 79)
DIANA DE ROSA, detta DIANELLA o ANNELLA DI MASSIMO(Napoli, 1602 – Napoli, 1643)Olio su tela “Cristo e la samaritana al pozzoâ€, ex collezione Marulli Di Faggiano. Il presente dipinto, inedito, rappresenta nel panorama creativo dei pittori che dominarono la Napoli del XVII secolo, una rara testimonianza artistica dell'importante ed indipendente produzione di Diana De Rosa. Ella chiamata anche Anella o Dianella Di Massimo, insieme alla più nota e celebre Artemisia Gentileschi, è una delle poche artiste donna di successo nella Napoli di quel tempo. Diana figlia di Tommaso e sorella del pittore Pacecco De Rosa, secondo quanto scritto dal biografo Bernardo De Dominici, fu vittima di femminicidio per mano del marito Agostino Bertrano, anch'egli pittore, mosso da ira e gelosia per l'intensa relazione tra la moglie ed il maestro Massimo Stazione.Dopo la sua morte, avvenuta nell'anno 1643, la giovane pittrice andò incontro ad una vera e propria “damnatio memoriaeâ€. Il suo nome dimenticato e i suoi capolavori, un tempo contesi da tutta la nobiltà partenopea, dispersi. Bibliografia di riferimento:Bernardo De Dominici, “Vite de pittori scultori ed architetti napoletaniâ€,III, pag. 96-100 – Napoli 1741-1743;Petrelli Flavia, “Una luce su Annella De Rosa, in ricerche sul '600 napoletanoâ€, pag. 87-92 – Milano,2008 cm 113 x 140.
MARTIN EMSCHERMANN (Friburgo 1969)Scultura in bronzo fusione a cera persa "Cuntisti" La stele in bronzo (h.50cm) fa parte della serie dei “I CUNTISTI†le quali portano in cima uno o più personaggi che raccontano attraverso gesti e una “reliquia†della spazzatura palermitana, conservata in un reliquario, una “edicola†una delle verità su questa città . Nato nel 1969 a Freiburg in, Germania, vive e lavora dal 1990 in Italia. Dopo una breve esperienza a Perugia, frequenta l’Accademia BB.AA. di Carrara. Si è recato più a sud fino a Palermo dove dal 1997 continua la sua libera attività di scultore e fonditore. Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali in Italia, Germania, Olanda, Francia e in Norvegia e ha partecipato a diversi simposi in Italia, Portogallo e in Giappone. cm 25 x 17 Alt. cm 45.
ROSA MUNDI Bozzetto Foresta Abramitica 1/arabic/3 2015 1/AAL/3 Vetro pressato ed agglomerato, tempera, legno, pietra, ottone, avocado, materiale organico marino. (originale presso il Polo Museale Arte Contemporanea di Palermo | Palazzo Belmonte Riso 2016) Bozzetto nella parte araba dell’Opera originale nella collezione del Museo Regionale Siciliano Arte Contemporanea Palazzo Belmonte Riso denominata “ la FORESTA ABRAMITICA dell’artista ROSA MUNDI†201 cm di altezza e 400 cm di lunghezza 2016 1/LAE su 3 Esposizione Permanente durante la BIAS 2016 Presso Palazzo Belmonte Riso sede del Polo Museale della Regione Siciliana Nella omonima “Sala Rosa Mundi della scala ovale†La Foresta abramitica di Rosa Mundi si radica, incardinandosi nella scala di Palazzo Belmonte Riso, come una foresta che cerca la luce verso il cielo. Come nel libro della Genesi, in cui la vicenda di Abramo è narrata, ci troviamo qui di fronte non a un singolo albero ma agli innumerevoli Alberi del la vita che crescevano nel Paradiso terrestre, a una vera foresta della non dualità che precede o reintegra la scissione generata dalla consumazione del frutto dell’Albero della conoscenza del bene e male, e ci (ri)conduce alla fonte genetica della vita. Proiettandosi attraverso la fecondità ineludibile della tradizione al di là di ogni separazione storica dualistica, in un’unione ideale di tutte le religioni e le lingue, in un oltre passamento dei confini e in una con fusione originaria, l’opera di Rosa Mundi ci rivela nella sua trasparenza quella trama unificatrice, nascosta ma sempre soggiacente, che lo sguardo profetico e in questo caso estetico e poietico è capace di riconoscere nella realtà . Se Abramo è per Kierkegaard l’eroe della fede, cioè colui che accetta senza dubbi eal di là di ogni schema etico o legge sociale la volontà di Dio rappresentata dall’ordine paradossale di sacrificare il figlio Isacco questa Foresta abramitica ci conduce esattamente a quella dimensione di libertà spirituale c he caratterizza l’essenza dell’autentica esperienza abramitica e che sta alle radici della triplice tradizione occidentale che egli rappresenta. Per lo spettatore entrare nella Foresta abramitica è dunque addentrarsi negli Holzwege della nostra tradizione, nei sentieri interrotti di heideggeriana memoria che ci conducono nel cuore del bosco non per farci smarrire ma per permetterci di ritrovarci al di là dei cammini tracciati dalle divisioni della Storia, fino a che il nostro sguardo non si rivolge verso l’ alto e scopre quella Lichtung, radura di luce in cui l’oscurità improvvisamente si dirada e in cui l’evento dell’Essere può rivelarsi interamente ai nostri occhi. Ne La chiave dell’ultima cena Omaggio a Jacopo Robusti, è invece l’istituzione eucaristica che diviene strumento di rivelazione metafisica e soteriologica attraverso il profilo speculare di Giuda, in cui lospettatore si riflette. Permettendo di contemplarci in esso come nel racconto borgesiano, l’opera ci conduce, in una perturbante imitatio Christi , a una kênosis sconvolgente come quella che avrebbe vissuto Giuda stesso nel suo sacrificio di abiezione consapevole, indispensabile per rendere attuale il progetto divino. Una vocazione alla creazione di spazî speculari come luoghi di riflessione e autoriflessione che attraversa tutta l’opera di Rosa Mundi e che è un vero itinerarium e ianua filosofica, volta all’(auto)rivelazione della coscienza al di là di ogni illusione dualistica.Prof. Guido Brivio di Bestagno Le esposizioni di quest'ultimo anno2021 |Galleria Contemporary & Co. Galleria Croce Bianca 7 Cortina (Belluno) 2021 Minigolf Helvetia, Via del Castello 55, Cortina (Belluno) 2020 | Mostra Personale Arte e Moda Visual Consulting Milano 2020 | Museo Regionale MUME di Messina 2020 | Hotel Metropol di Taormina ( Catania) 2020 Fondazione Orestiadi, Museo delle trame mediterranee, Gibellina Nuova 2020 | Palazzo Marchetti Comune di Malfa, Salina (Isole Eolie) 2020 | Villa Barbarigo di Valsanzibio ( Padova) 2020 | Loggiato di San Bartolomeo, Palermo 2020 | Merigar e Comune di Arcidosso (Grosseto), Toscana 2020 Parco archeologico di Lilibeo, Museo Regionale di Marsala 2020 | Porto di Sant’Elena presso Yacht Club di Venezia 2020 | Porto Rotondo con il patrocinio del Comune di Olbia, Sardegna Alt. cm 50 x 30.
PAOLA D' AMORE (Palermo 1959) Tecnica mista su tela su tavola “Volti†- 2017. Firmato, datato e titolato sul retro. Autentica dell' artista. Distinguere tra il “chi†e il “che cosa†di una persona è un aspetto centrale della condizione umana espresso dalla filosofa ebrea Hannah Arendt, la cui riflessione è stata segnata dall’esilio dalla Germania nazista. La Arendt ci avverte che il livello di “che cosa†una persona ha fatto, ha detto, ha prodotto, non ci parla compiutamente dell’essenza di una persona, dei suoi limiti ma anche della sua grandezza. Il “chi†uno è o è stato riguarda qualcosa di diverso da quello che una persona ha prodotto – ciò a cui invece si rivolge principalmente l’epoca moderna produttivistica – ma riguarda il modo in cui la persona ha vissuto sulla scena del mondo in relazione con gli altri, esprimendo l’amore per un mondo abitato da persone uniche e diverse le une dalle altre. Il volto di una donna che squarcia il velo raffigura l’essenza della persona che non vuole celarsi dietro il riparo offerto dai gesti consueti, dalla banalità delle cose accettate da tutti, dai comportamenti ipocriti e rassicuranti, ma accetta apertamente di mettersi in gioco manifestando la sua identità più vera e la sua capacità di amore, assumendo così apertamente il rischio di vivere autenticamente e tutte le responsabilità che ciò comporta. I molteplici colori con cui è raffigurato il volto di donna esprimono la diversità delle essenze umane, le differenti anime, il modo diverso di vivere e di manifestare la propria personale relazione con il mondo, una diversità che rende più ricca, unica e sempre degna di rispetto la condizione umana. Architetto, artista visivo che vive e lavora in Italia. Dal 1987 opera nell’ambito dei Beni culturali e ha maturato una approfondita conoscenza nel campo del restauro architettonico, partecipando anche a progetti e studi promossi dal Ministero dei Beni culturali e ambientali. Ha prestato la propria opera dal 1995 al 2003, come architetto, presso la Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo, collaborando anche all’attività di tutela e alla redazione di progetti di restauro. È specializzata in restauro e conservazione dell’Architettura storica. Ha pubblicato, fra l’altro, Le parole e la cosa, uno studio sugli interventi di recupero del centro storico di Palermo (1987); Le Cappelle di Santa Maria dei Rotoli in Disegni in luce (2002); Scritti sui monumenti normanni di Palermo in Palermo Normanna - Proposte di itinerari didattici (2003); Sulle Orme dei Florio - Le Passeggiate - nella collana il Taccuino del Viaggiatore (2003). Sulle Orme dei Florio – La Storia e Le Imprese – nella collana il Taccuino del Viaggiatore – Edizione Flaccovio – Palermo (2005); Villa Igiea in Sicilia, Bell’Italia (2005). Da Palazzo Reale alla città . Tra cupole e campanili di Palermo – Fondazione Federico II - Palermo (2020). La passione per l’arte e l’architettura l’hanno condotta alla fine degli anni Novanta a condurre ricerche sia in ambito pittorico sia in ambito materico, sperimentando nell’assemblaggio dei materiali trame urbane di città metafisiche.Nella sua ricerca artistica utilizza materiali diversi: il rame, il legno, il gesso, le forme colori acrilici e smalti. E’ inserita tra gli artisti dell’archivio SACS “Sportello per l’arte contemporanea della Sicilia†istituito dal Museo Belmonte Riso.I suoi lavori sono stati acquisiti da collezionisti privati e musei, tra i quali, il Museo Regionale Belmonte Riso (Palermo), la Fondazione Donà dalle Rose (Venezia) e la collezione privata del critico d’arte Aurelio Pes. cm 76,5 x 103,5.
PAOLA D' AMORE (Palermo 1959) Legno su legno "Tre più tre" - 2020, serie gioco metafora della vita, il labirinto, la scacchiera e la roulette. Firmato, datato e titolato sul retro. Autentica dell' artista. Esposizione: Biennale di Arte Sacra, Loggiato di San Bartolomeo, Palermo 2020. Il gioco caratterizza l’umanità , fin dagli albori, al pari della religione. Perciò i giochi sono spesso l’espressione dei caratteri e degli aspetti complessi della vita umana. Il gioco può essere una metafora e tante volte la parola gioco viene impiegata nel linguaggio comune o nei linguaggi tecnici per esprimere e sintetizzare una situazione della vita. I tre giochi rappresentati nell’Opera esprimono ciascuno un aspetto dell’esistenza umana e dal loro collegamento scaturiscono delle costanti dell’esperienza esistenziale di ciascuno di noi. Il labirinto, la scacchiera e la roulette, sono infatti i simboli della complessità della condizione umana, della sua frequente indecifrabilità , del mistero e della ricerca di una via che porti alla liberazione (il labirinto), della necessità di impiegare la ragione, l’intelligenza e il sapere per orientarsi nella vita e non soccombere di fronte agli ostacoli (la scacchiera), dell’inevitabile ruolo che vi assume la dea bendata, la fortuna (la roulette). Architetto, artista visivo che vive e lavora in Italia. Dal 1987 opera nell’ambito dei Beni culturali e ha maturato una approfondita conoscenza nel campo del restauro architettonico, partecipando anche a progetti e studi promossi dal Ministero dei Beni culturali e ambientali. Ha prestato la propria opera dal 1995 al 2003, come architetto, presso la Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo, collaborando anche all’attività di tutela e alla redazione di progetti di restauro. È specializzata in restauro e conservazione dell’Architettura storica. Ha pubblicato, fra l’altro, Le parole e la cosa, uno studio sugli interventi di recupero del centro storico di Palermo (1987); Le Cappelle di Santa Maria dei Rotoli in Disegni in luce (2002); Scritti sui monumenti normanni di Palermo in Palermo Normanna - Proposte di itinerari didattici (2003); Sulle Orme dei Florio - Le Passeggiate - nella collana il Taccuino del Viaggiatore (2003). Sulle Orme dei Florio – La Storia e Le Imprese – nella collana il Taccuino del Viaggiatore – Edizione Flaccovio – Palermo (2005); Villa Igiea in Sicilia, Bell’Italia (2005). Da Palazzo Reale alla città . Tra cupole e campanili di Palermo – Fondazione Federico II - Palermo (2020). La passione per l’arte e l’architettura l’hanno condotta alla fine degli anni Novanta a condurre ricerche sia in ambito pittorico sia in ambito materico, sperimentando nell’assemblaggio dei materiali trame urbane di città metafisiche.Nella sua ricerca artistica utilizza materiali diversi: il rame, il legno, il gesso, le forme colori acrilici e smalti. E’ inserita tra gli artisti dell’archivio SACS “Sportello per l’arte contemporanea della Sicilia†istituito dal Museo Belmonte Riso.I suoi lavori sono stati acquisiti da collezionisti privati e musei, tra i quali, il Museo Regionale Belmonte Riso (Palermo), la Fondazione Donà dalle Rose (Venezia) e la collezione privata del critico d’arte Aurelio Pes. cm 101 x 101.
PAOLA D' AMORE (Palermo 1959) Legno su legno "Tris" - 2020, serie gioco metafora della vita, il labirinto, la scacchiera e la roulette. Firmato, datato e titolato sul retro. Autentica dell' artista. Esposizione: Biennale di Arte Sacra, Loggiato di San Bartolomeo, Palermo 2020. Il gioco caratterizza l’umanità , fin dagli albori, al pari della religione. Perciò i giochi sono spesso l’espressione dei caratteri e degli aspetti complessi della vita umana. Il gioco può essere una metafora e tante volte la parola gioco viene impiegata nel linguaggio comune o nei linguaggi tecnici per esprimere e sintetizzare una situazione della vita. I tre giochi rappresentati nell’Opera esprimono ciascuno un aspetto dell’esistenza umana e dal loro collegamento scaturiscono delle costanti dell’esperienza esistenziale di ciascuno di noi. Il labirinto, la scacchiera e la roulette, sono infatti i simboli della complessità della condizione umana, della sua frequente indecifrabilità , del mistero e della ricerca di una via che porti alla liberazione (il labirinto), della necessità di impiegare la ragione, l’intelligenza e il sapere per orientarsi nella vita e non soccombere di fronte agli ostacoli (la scacchiera), dell’inevitabile ruolo che vi assume la dea bendata, la fortuna (la roulette). Architetto, artista visivo che vive e lavora in Italia. Dal 1987 opera nell’ambito dei Beni culturali e ha maturato una approfondita conoscenza nel campo del restauro architettonico, partecipando anche a progetti e studi promossi dal Ministero dei Beni culturali e ambientali. Ha prestato la propria opera dal 1995 al 2003, come architetto, presso la Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo, collaborando anche all’attività di tutela e alla redazione di progetti di restauro. È specializzata in restauro e conservazione dell’Architettura storica. Ha pubblicato, fra l’altro, Le parole e la cosa, uno studio sugli interventi di recupero del centro storico di Palermo (1987); Le Cappelle di Santa Maria dei Rotoli in Disegni in luce (2002); Scritti sui monumenti normanni di Palermo in Palermo Normanna - Proposte di itinerari didattici (2003); Sulle Orme dei Florio - Le Passeggiate - nella collana il Taccuino del Viaggiatore (2003). Sulle Orme dei Florio – La Storia e Le Imprese – nella collana il Taccuino del Viaggiatore – Edizione Flaccovio – Palermo (2005); Villa Igiea in Sicilia, Bell’Italia (2005). Da Palazzo Reale alla città . Tra cupole e campanili di Palermo – Fondazione Federico II - Palermo (2020). La passione per l’arte e l’architettura l’hanno condotta alla fine degli anni Novanta a condurre ricerche sia in ambito pittorico sia in ambito materico, sperimentando nell’assemblaggio dei materiali trame urbane di città metafisiche.Nella sua ricerca artistica utilizza materiali diversi: il rame, il legno, il gesso, le forme colori acrilici e smalti. E’ inserita tra gli artisti dell’archivio SACS “Sportello per l’arte contemporanea della Sicilia†istituito dal Museo Belmonte Riso.I suoi lavori sono stati acquisiti da collezionisti privati e musei, tra i quali, il Museo Regionale Belmonte Riso (Palermo), la Fondazione Donà dalle Rose (Venezia) e la collezione privata del critico d’arte Aurelio Pes. cm 78 x 103.

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