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Icona Cretese
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Milan, Italy
Description
Icona CreteseMadre di Dio della ConsolazioneCreta, fine XVI secoloTempera su tavola49 x 37 cmQuesta Madre di Dio della Consolazione è un caratteristico esempio di pittura su tavola prodotta da un artista veneto cretese. Con il termine di “Scuola Cretese” si indica un’importante scuola pittorica che nasce a Creta verso la prima metà del XIV e si sviluppa lentamente per imporsi nella seconda metà del XV. In quel periodo l’isola era sotto il controllo veneziano, iniziato nel 1204 con il sacco di Costantinopoli e terminato nel 1669. Questa scuola artistica vide quindi l’evoluzione dello stile classico bizantino in seguito all’introduzione di caratteri pittorici occidentali, in particolare veneti. La pittura delle icone nel periodo post-bizantino si concentrava in grandi centri artistici che facevano capo alle botteghe di Costantinopoli, Salonicco e del Monte Athos, ma fu Candia, l'odierna Heraklion, la capitale cretese, a divenire a partire dal 1400 il più importante e famoso luogo di produzione. Durante questo periodo molti pittori si trasferirono da Costantinopoli a Creta, dove si sviluppò uno stile pittorico famoso per le sue linee accurate, la realizzazione degli incarnati mediante la tecnica del “proplasma”, ovvero l’uso di un colore di fondo di tonalità verde che il Cennini chiama “verdaccio”, le lumeggiature dense e corpose, ma al tempo stesso sottili e i panneggi dalle forme geometriche. La fama dei cretesi risulta già consolidata nel XV secolo, infatti, le opere gli artisti riportavano spesso il luogo di origine “De Candia”, come garanzia di qualità: questo aspetto è la prova del fatto che molte icone erano realizzate per essere esportate. Nel XVI secolo il connubio tra la tradizione bizantina e quella occidentale rinascimentale portò al “Rinascimento Cretese”. Le opere cretesi venivano preparate con gesso e colla; raramente si stendeva un’imprimitura con biacca, ocre o nero carbone. I pigmenti maggiormente utilizzati erano il cinabro, il minio, le ocre rosse e gialle, l’azzurrite, i lapislazzuli, la malachite, la biacca e il nero carbone; per la resa degli incarnati veniva usata una tecnica che prevedeva la stesura dei colori dal più scuro, di tonalità verde-bruna, al più chiaro arrivando così gradualmente al bianco delle lumeggiature. La tavola, eseguita su un leggerissimo strato di preparazione, evidenzia un certo eclettismo di maniera che fonde elementi tratti dalla tradizione bizantina a quelli della pittura italiana e, in particolare, veneziana; fu, infatti, la versatilità degli iconografi cretesi che li fece diventare famosi e richiestissimi sia in Oriente che in Occidente.Tipico delle icone veneto-cretesi è l'incisione a bulino delle aureole che alleggerivano ulteriormente l'immagine arricchendo il già prezioso fondo oro, in una ricerca di continua di motivi decorativi e stilistici.Questa importante tavola, che mantiene uno splendido fondo oro, si caratterizza per la grande raffinatezza dell'esecuzione e per un certo superamento della fissità posturale delle figure di derivazione bizantina; un senso di delicata umanità pervade in particolare il viso della Vergine sottolineato dalla canna del naso affilata e da un ovale allungato. Interessante la lunga mano che tiene il ginocchio di Cristo, tipica dei maestri più importanti della pittura cretese quali Andrea Ritzos.Bibliografia: Iconae Mariae. Il volto di Dio nelle icone della Madre, cat. mostra, Gandino (Bg), 2018.Cretan iconMother of God of ConsolationCrete, late 16th centuryTempera on panel49 x 37 cm
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Icona CreteseMadre di Dio della ConsolazioneCreta, fine XVI secoloTempera su tavola49 x 37 cmQuesta Madre di Dio della Consolazione è un caratteristico esempio di pittura su tavola prodotta da un artista veneto cretese. Con il termine di “Scuola Cretese” si indica un’importante scuola pittorica che nasce a Creta verso la prima metà del XIV e si sviluppa lentamente per imporsi nella seconda metà del XV. In quel periodo l’isola era sotto il controllo veneziano, iniziato nel 1204 con il sacco di Costantinopoli e terminato nel 1669. Questa scuola artistica vide quindi l’evoluzione dello stile classico bizantino in seguito all’introduzione di caratteri pittorici occidentali, in particolare veneti. La pittura delle icone nel periodo post-bizantino si concentrava in grandi centri artistici che facevano capo alle botteghe di Costantinopoli, Salonicco e del Monte Athos, ma fu Candia, l'odierna Heraklion, la capitale cretese, a divenire a partire dal 1400 il più importante e famoso luogo di produzione. Durante questo periodo molti pittori si trasferirono da Costantinopoli a Creta, dove si sviluppò uno stile pittorico famoso per le sue linee accurate, la realizzazione degli incarnati mediante la tecnica del “proplasma”, ovvero l’uso di un colore di fondo di tonalità verde che il Cennini chiama “verdaccio”, le lumeggiature dense e corpose, ma al tempo stesso sottili e i panneggi dalle forme geometriche. La fama dei cretesi risulta già consolidata nel XV secolo, infatti, le opere gli artisti riportavano spesso il luogo di origine “De Candia”, come garanzia di qualità: questo aspetto è la prova del fatto che molte icone erano realizzate per essere esportate. Nel XVI secolo il connubio tra la tradizione bizantina e quella occidentale rinascimentale portò al “Rinascimento Cretese”. Le opere cretesi venivano preparate con gesso e colla; raramente si stendeva un’imprimitura con biacca, ocre o nero carbone. I pigmenti maggiormente utilizzati erano il cinabro, il minio, le ocre rosse e gialle, l’azzurrite, i lapislazzuli, la malachite, la biacca e il nero carbone; per la resa degli incarnati veniva usata una tecnica che prevedeva la stesura dei colori dal più scuro, di tonalità verde-bruna, al più chiaro arrivando così gradualmente al bianco delle lumeggiature. La tavola, eseguita su un leggerissimo strato di preparazione, evidenzia un certo eclettismo di maniera che fonde elementi tratti dalla tradizione bizantina a quelli della pittura italiana e, in particolare, veneziana; fu, infatti, la versatilità degli iconografi cretesi che li fece diventare famosi e richiestissimi sia in Oriente che in Occidente.Tipico delle icone veneto-cretesi è l'incisione a bulino delle aureole che alleggerivano ulteriormente l'immagine arricchendo il già prezioso fondo oro, in una ricerca di continua di motivi decorativi e stilistici.Questa importante tavola, che mantiene uno splendido fondo oro, si caratterizza per la grande raffinatezza dell'esecuzione e per un certo superamento della fissità posturale delle figure di derivazione bizantina; un senso di delicata umanità pervade in particolare il viso della Vergine sottolineato dalla canna del naso affilata e da un ovale allungato. Interessante la lunga mano che tiene il ginocchio di Cristo, tipica dei maestri più importanti della pittura cretese quali Andrea Ritzos.Bibliografia: Iconae Mariae. Il volto di Dio nelle icone della Madre, cat. mostra, Gandino (Bg), 2018.Cretan iconMother of God of ConsolationCrete, late 16th centuryTempera on panel49 x 37 cm
PAINTINGS, DRAWINGS, ICONS, SILVER, FINE ART AND ORIENTAL ART
Sale Date(s)
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Via Nino Bixio, 34
Milan
Italy
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Italy
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